BOLOGNESI
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fine Cui tendevano i movimenti dei nemici ; ed assegnò al Pepoli cavalli e pedoni per sua com-modità.
Mandarono ancora i Bolognesi nuovi Ambasciatori per quetare la commossa Emilia, la quale essendo con grande affetto raccomandata a Ranieri figliuolo di Zaccaria da Orvieto, Vicario di Giovanni Conte e Rettore della Romagna, esso Ranieri aveva grande premura di stringervi pace. Ciò fatto , il Senato consegnò trecento militi per la guardia della Città, sotto il governo del Capitano Goro , perchè ni una parte della medesima potesse mancare di guardia o di provvisione.
Intanto Matteo Visconti con nuove scorrerie molestava le Città.di Brescia e di Cremona, ed unitosi di nuovo con Cane della Scala riaperse guerra contro i Bresciani, i quali in tanto frangente ad-dimandarono aiuto ai Bolognesi ed ai Fiorentini , e n' ebbero mille cavalli, capitanati da generale Giberto da Correggio, il quale inviatosi coli' esercito verso Brescia, e giunto al ponte di Castel Nuovo , trovò opposizione al passaggio per fatto de-gl'inimici. Ma egli facendo impeto con buon nerbo di uomini , bene uniti e ben forti , ad ogni modo passò, e fu presto ad unirsi coli' esercito di Brescia, e colà prese ad occupare le Castella dei cittadini fuorusciti, e pigliò Fontevico facendo strage di molti abitatori di quel luogo. Quindi si rivolse sopra il Bermasco e il Cremonese , avendo a rinforzo Giacomo Cavalcabò e non pochi felsinei, e in questi due Distretti recò notabili danni.
I Bolognesi, volgendo la stagione della state ornai al suo fine, mandarono Nicola de'Beccadelli e Bente Bentivoglio come Ambasciatori a Ferrara ed a Padova , per ridurre a concordia Jacopo da Carrara col Comune Padovano per una parte , ed il Marchese da Este col Comune di Ferrara per l'altra (17 Settembre). Perchè poi nella Città nostra sta-van fra loro in gran discordia i Caccianemici » e spesso venivano alle armi con qualche spargimento