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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Secondo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1840, pagine 639

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI 587
   Aveva pertanto il Re Roberto destinato a suo Vicario in Pistoia il Bolognese Lancia o Lanza de'Ga-risendi, il quale, per lo molto affetto che professava a quel Re amico, spese con imprevidenza moltissima somma di danaro per vestir sè magnificamente con tutti quanti del proprio seguito, e procacciarsi quel più splendido corredo che potesse mai. Intanto il Re Roberto, uomo di moltissime faccende e da gravi pensieri occupato , commise 1' errore di mandare sollecitamente ai Pistoiesi un altro Vicario, il quale fu Pino della Tosa, Fiorentino. Il perchè fu molta, anzi indicibile la sorpresa di Lanza e di tutti i nostri, i quali non sapevano a che attribuire questo torto manifestissimo: e Lanza tosto, ed il Senato ne fecero lagni col Re, il quale scrisse parole di scusa, affermando ( ciò che i più saggi pensavano) che non per mal animo, ma bensì per inavvertenza e per le troppe cure che il molestavano , aveva commesso queir errore : della qual cosa chiamavasi in colpa e vivevasi dolentissimo. Che però protestava tutta la stima a* suoi fedeli Bolognesi ed al savio Garisendi, cui pregava, in ricompensa dei sofferti danni, a voler accettare una somma di danaro, e le protestazioni le più sincere d'affetto e di stima. Il che fece coll'opera: perocché mandò al Garisendi doppia somma di quella che spesa avea per allestirsi al vicariato di Pistoia. E vi foss' egli andato anziché l'uomo di Fiorenza! Vi foss'egli andato, chè, prudente, fedele, ed atto e destro ad ogni cosa , non avrebbe stretta lega , come fece Pino con Castruccio, a danno dei Pistoiesi. Il quale Pino, se di colà non veniva rimosso , avveniva allora di Pistoia ciò che più tardi successe, per sua gravissima soiagura.
   Ora il Consiglio di Bologna, bramoso di ordinar le cose della Mercanzia fra la Città nostra e Fiorenza , fece gì' infrascritti Capitoli, e volle : che tutti i Dazii e le Gabelle che i Bolognesi solevano percepire dai cittadini e distrettuali di Fiorenza dal mille e trecento in poi, quelli soli fossero tenuti