BOLOGNESI
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E i Trivigiani dimandaron Pretore un Bolognese ; e un Ambasciatore del Papa, del Re Roberto, e di Filippo di Valois, chiese soldati da unire a quelli de'Fiorentini, per umiliare cogli Scaligeri i Ghibellini tutti Lombardi. I quali soldati, poiché ebbero mosso in Lombardia, più volte scontrati or dall' uno or dall' altro di que' signori Ghibellini, e specialmente da Marco Visconti, alla fine tocca* ron la peggio, e quelli di Filippo tornarono svergognati in Francia con lui, ed i nostri e i Fiorentini alle loro patrie oon biasimo.
Quest' anno di gloria per Romeo Pepoli, fu pure per lui di qualche angustia ; perchè troppo insuperbendo e troppo apertamente mostrando ambizione , voleva ornai comandarla piucchè il Senato. Infatti avendosi a rinnovare il Capitano del popolo perchè cessava dall' ufficio Iacopino da Ponte Ca-rale, Romeo volevalo riconfermato in dignità ;' ma poiché non gradiva pienamente nè al Consiglio nè al popolo , Barbaruolo de' Barbaruoli, Proconsole de' Notai si oppose manifesto a Romeo ; e dopo lunga contesa in Senato, Barbaruolo prevalse, ed il magnifico signore trovossi umiliato, poiché fu prescelto Nicolò de'Tolomei.
In quest'anno i Bresciani e Roberto Re, per metter rimedio all' inavvertenza occorsa nella elezione di Lanza Garisendi a loro Vicario Governatore, raan-daron nunzio Giovanni Rafabene, offerendo questo onorevole incarico, ad alcun altro bolognese; e vi andò Bornio de'Samaritani, che fece conoscere col fatto quali cittadini avesse allora Bologna. E non potendo Calorio de' Gozzadini recarsi alla Pretoria di Cremona perchè attendeva al governo di Medicina, rese a quel Senato che dimandavalo, infinite dito a quel popolo in vece sua Fi-
. K re diverse, o di provvidenza o di pietà usate in quest'anno» fu l'istituzione della venerabile Compagnia di san Biagio in istrada Stefano , dove poi vi ebbe un Ospizio in che cibare