dell' Apennino e sono raccolti dalla pietà del nostro Comune. — Urbano Pontefice si oppone all'innalzamento di Corradino , rampollo della famiglia 'di Svevia. — Medicina ed Argelata sono in poter dei Felsinei ; ne chiede il Papa a sè il dominio; indugiano i nostri , e sono minacciati. — Si aggiungono obblighi al Bolognese Podestà. — Le discordie della Romagna danno motivo a crescere la potenza de' Bolognesi ; potenza che in quest' epoca toccò al sommo , poi , per troppo amore d'ingrandimento , affrettò a decadenza. — In Bologna si puniscono diversi malefici. — I Frati Godenti ottengono dal Pontefice il Monastero di Castel de' Britti.
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Diversi Bolognesi vanno fuori a Podestà. — Varie dissensioni fra i Mendoli e i Brizi in Imola, e fra gl'Imolesi ed i Felsinei.—Geremei e Lambertazzi in dissidio; mischie e morti nella Città, che corre pericolo di dar nelle mani d' Uberto Pelavi-cino. —Si raccompongono gli animi a difesa della libertà minacciata; Frate Lode-rengo assiste al Pretore nell'uffìzio; dugento perturbatori della pubblica pace sono esiliati. — I nostri si occupano nelle cose d'Imola, e impongono Capitoli perchè i partiti vi si rappattumino* — Ravenna è perturbata da civili discordie, e viene racconciliata dai nostri.'—Ciò stesso è di Bagnacavallo ; e la Romagna per un momento è placata. — È predato il tesoro della nostra Cattedrale; diversi rei vengon presi e puniti. — Enzo re , prigioniero da quattordici anni, ottiene che gli si levi la compagnia del comprigioniero Corrado di Solimburgo, altero e indiscreto uomo. — Vari Bolognesi passano Pretori e Capitani