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e del Contado nostro. — Non pochi Felsinei passano pure quest'anno a diverse reggenze in Toscana e nella Emilia.
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San Luigi o Lodovico re di Francia muore nella Crociata africana, e Filippo suo figlio ne reca le ossa alla patria. Carlo di Sicilia , fratello di lui, profitta della sventura accaduta, e s' appropria le spoglie della flotta, che nel ritorno ebbe naufragato Sulle coste Siciliane. — Gregorio X. sale alla cattedra di Pietro. — Gli esuli Ferraresi ritornano in pace col Comune lor/). — Obizzo da Este stringe lega co' nostri, e i suoi Legati la giurano in Bologna; ei promette ai Bolognesi fede ed assistenza contro qualunque nemico, tranne Venezia, verso la quale vuol mantenersi in neutralità. — All'Ottobre i nostri coi Ravennati sconfiggono i Veneti sul lido di santxAlberto, e li costringono a lasciar armi e bagaglio, e riparar sulle' navi e fuggire: però, troppo superbi della vittoria ed impazienti d'appender nel maggior tempio gli stendardi di san Marco, lasciano esposto il paese ad una nuova incursione dell' inimico, e poco manca non perdan tutto V acquistato. — Badalucchi in Bologna fra partito e partito, fra la plebe ed i nobili; e istituzione della Società di Giustizia , che vegliasse la causa del popolo.—Dissensioni co'Modenesi, intorno sempre a possedimenti di terre al confine; vittorie e conquiste de'nostri, poi vittorie degli avversarii ; sospensione d' ostilità al sopraggiunger del verno.— Tutta l'Emilia è in tumulto cittadinesco, i nostri con pubblica cura tentano sedare i trambusti, chiamati arbitri delle quistioni. — Il Contado Felsineo qua e colà è agitato dai partiti;
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