IO
   ANNALI
   inquietudini continue in che si trovava Bologna, e per aver protezione e braccio dal gran Vicario di Cristo; e portarono una lettera di Giovanni Papa, nella quale significava l'aflètto suo per Bologna, quantunque il suo seggio in Avignone ve lo tenesse tanto lontano. E in essa lettera (2 Febbraio) mostrava la più viva dispiacenza che i Bolognesi dovessero soggiacere ad angosciose vicissitudini, e segnatamente per fatto di alcuni insubordinati ricchi, e di certi ambiziosi del Contado, che mettevan sos-sopra or qua or colà la montagna. E dolevagli inoltre che non fossero queti intorno al contegno di Medicina, mal disposta per sé e forse mal retta dai Podestà che vi si andavano succedendo al governo. Anzi, intorno a questa, scriveva di voler prendere le più sollecite provvidenze, mandandovi moderatore un maestro Amerigo suo Cappellano, e Rettore della Provincia di Romagna, il quale vi ordinerebbe tntte le cose spettanti al miglior reggimento , alla disciplina del popolo , alla punizione dei rei, alle gabelle, ai pedaggi, al trasferimento delle Vettovaglie e ad altre norme, sì d'amministrazione civile, e sì di commercio. E finiva la lettera con espressioni d'amorevole paternità, ed avvisando il Podestà, il Capitano, gli Anziani, il Consiglio e l'intéro Comune che ulteriori cose intenderebbero dagli stessi Ambasciatori, cui egli aveva parlato coli'oracolo di sua viva voce.
   Ritróvavasi frattanto Capitano de' soldati Bolognesi in Lombardia per lo Pontefice e per Roberto Re, Napoleone dei Beccadelli, il quale fece avvertito il Senato che tanta scarsezza era colà di vettovaglia, e tanto caro il prezzo de'viveri, che collo stipendio solito non potevano durarla. Laonde il Consiglio fecegli spedizione di buona somma di danaro , affinchè senza stento e con affetto e valore proseguisse co'suoi militi nell'adempimento delle proprie incombenze. — E quasi nello stesso tempo (20 Febbraio) alcnni fuorusciti di Bologna presero la Rócca de' Bardi, o forse meglio di Bargi , e ne
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