BOLOGNESI
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tagliarono a pezzi il Capitano Filippo Tessari cogli altri del presidio. Indarno andò un drappello di cittadini per riaverla : vi perdettero l'alfiere Lupo del Friuli, ed ebbero a gran ventura di riscattarlo per denaro.
In questi tempi le strade della Città nostra erano in certi luoghi sì anguste e sì guaste, che non era possibile il camminarvi speditamente, e si correva pericolo di cadere volendo correre, e dislogarsi alcun membro del corpo nelle buche e ne grossi selci ond'erano ingombre. Il perchè gli uomini della Milizia di Porta Stiera e di Porta Procula desiderosi di ben servire la patria, e d'accorrere ad ogni suono della campana o ad ogni chiamata di bandito^ re, supplicarono al Senato che volesse raccomodare le vie principali da Porta Nuova al Canto dell'Orologio , e tutte le altre parallele a san Mamolo, e discendenti dal mezzo dì verso la pubblica Piazza, perchè tiè a cavallo nè a piedi potevansi oggi mai più percorrere. Il Senato significò gratitudine a tanta buona disposizione de' militi, e decretò esatta visita e pronto restauro al mal andamento di quelle vie ; alla cui opera vennero deputati a presiedere Bambagliuolo Bambagliuoli, Vianesio Pascipoveri, Pino degli Artenisi, Pellegrino Cristiani, Giacomo Boatieri, Art usi o de* Munzoni, Francesco Panzoni, Guido Mascarìno, Bartolommeo de'Conforti, Gra-ziadio di Bonagrazia Giudice, Zaccaria Alerari, Bi-tino Caprarola, Bonaventura da Calderara, Bitino da Canetolo, Benedetto Rasuri o Rasorì, Bettinello de' Ghisilieri, Mi lancio da Manzolino e Guido di Nicola de' Delfìni. Il quale numero di diciotto so-pravveglianti mostra ad un tempo il mal essere straordinario di non poche strade della Città, e la paterna sollecitudine del Senato a rendere contenti i buoni sudditi, e a far più bello e decoroso il recinto di Felsina.
Pertanto Guidinello e Martino nipoti del Rettore di san Giuliano, avendo falsificate le chiavi della Porta di Strada Stefano, e fatta lega con parecchi
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