IO
ANNALI
Ghibellini che volevano la Città in loro balia, tentavano portare gran tumulto alla patria, e consegnarla agli avversai. Ma due banditi si presentarono al Consiglio (27 Gennaio) e fecero aperto il tradimento di Guidinello e di Martino: laonde ai rapportatori fu levata la condannazione d'esiglio , e vennero donati trecento fiorini d'oro; e i traditori, venuti a mano dei governo, furono sospesi ai merli della Porta di stada Stefano, ed ivi lasciati in preda del tempo e degli uccelli carnivori ; terribile esempio ai traditori della patria 1
Ed in Parma fu tumulto frai Rossi ed i Sanvi-tali. Questi furono da Giovanni Quirico imputati d' aver voluto dar Parma alla parte Guelfa, ad istanza de' Bolognesi e de' Fiorentini ; e con questo palliato niotivo, e con intenzione di dominio, il Quirico gli assalì e maltrattò aspramente.— I Fiorentini pertanto eh' erano a mal partito ridotti , contrastando a Castruccio Castracane, chiesero nuovi aiuti ai Felsinei, e n' ebbero non lieve numero di cavalli, sotto la condotta di Tommaso da Mar-zano Capitano loro.
E giunto il Marzo il Pontefice assegnò agli scolari dello Studio di Bologna il Vescovo della Città come Conservatore; e comandò che per tutta Italia fosse vietato per autorità pontificia che niuno potesse impedire lo Studio di Bologna, ponendo la censura ecclesiastica contra i detti perturbatori. E concedette indulgenza alla Cappella o Chiesa del Comune di Bologna, ad istanza del Rettore e dell'Università degli scolari, che quivi studiavano.
In questo mese stesso (12 Marzo) Folco di Alessio degli Alerari, con alcuni amici di mala vita, uccise nel Borgo di san Petronio , sotto la Parrocchia di san Biagio, Gilberto de'Clarissimi, e tre figliuoli ed un nipote di lui, i quali recavansi que-tamente poco dopo il mezzo dì alla loro casa ; nè si sa bene per qual motivo gli uccidesse. Certo è però che insorse sdegno fra gli amici degli spenti ed i sanguinari assalitori, e che alla fine Folco »
v^