BOLOGNESI
ii
Fu quest' anno per Bologna alquanto funesto in fatto ai meteore e di altri accidenti atmosferici ; imperciocché nel febbraio molti edifizi del Contado e della Città, e molti tetti rovinarono per soverchio peso di neve caduta ; e il freddo e i ghiacci imperversarono in guisa tale che le viti e le vigne al piano ed al còlle ne morirono. E tale flagello della neve fu susseguito dall'altro flagello del terremoto (a5 Febbraio) il quale squarciò molti edifizi e grave sgomento pose negli animi di tutti.
Trovavasi pertanto in grandissima confusione lo Studio di Siena, e desiderando molti scolari di colà venire alla Sapienza di Bologna, temevano non fossero bene accolti ; ma il Consiglio, volendo ad onore della Città accrescere lo Studio, pubblicamente fece bandire che tutti gli scolari forestieri potessero liberamente e senza pena veruna venire e stare nella Città di Bologna per istudiare, purché non fossero banditi, confinati ed interdetti per cagione di alcun malefìcio, o per altro motivo: e chiunque gli offendesse in alcuna guisa, fosse punito gravemente come nemico dello Studio e perturbatore della Città.—>E perchè era stato eletto a Pretore futuro di Bologna il Conte Romano, il Senato mandò a Roma Tisolo Rolandino degli Arnusi per Ambasciatore, perchè doveva egli condurre buon numero di soldati per servigio della Città : e a lui e ad essi soldati mandò il Consiglio Felsineo mille fiorini d'oro. Poi fece elezione di un Capitano che avesse piena autorità e balia in fatto di guerra, e che dovesse tenere per servigio di sua persona un Notaio , due trombetti , e un sonatore di piffero, i quali avrebbero cento lire al mese per ciascuno. Oltre di questi terrebbe il Capitano cinquanta soldati con salario di quindici lire al mese per ciascheduno , fra i quali sarebbe un Conestabile : e ciascun soldato doveva tenere un cavallo della stima di cinquanta lire, ed un ronzino di sussidio, secondo 1' uso di quei dì. E messi poi a scrutinio undici dei principali Capitani del tempo, fra i quali
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