IO
ANNALI
1' amore che portava al Comune ed al popolo di Bologna ; ma che desiderava rammentasse bene il Senato che egli nel giorno della propria consecra-zione , innanzi l'aitar maggiore in san Domenico, alla presenza del Pretore, del Capitano, degli Anziani e di molti nobili della Città, giurò, secondo la forma del rescritto Apostolico, di mantenere , conservare, ed accrescere la libertà , gli onori, e le ragioni del Vescovato di Bologna ; e che non poco meravigliavasi come, dato permesso a privati cittadini di aver Molini sul Reno, a lui non si concedesse altrettanto nel proprio Distretto della sua Chiesa di Cento, non a comodo di tutti ma de'suoi soggetti solamente ; e non a danno veruno del Comune di Bologna. E tanto più ch'egli si era offerto, siccome anche si offeriva, di rispondere contro a quanto era stato allegato del danno del Comune in fatto di dazii e di gabelle, e pel condur fuori del Distretto grano od altra cosa. E aggiunse ch'ei mostrerebbe che voleva osservare ed eseguire ogni volontà di detto Senato, e delle sue ordinazioni fatte. Rispose ancora ch'egli reputava, quando cominciò a fabbricare il molino in questione, d'averlo potuto fare: che però sopra la cosa offeriva di starsi a ragione, ed a ciò che si reputasse giusto, sottomettendosi alla sentenza che i Sapienti eletti dal Consiglio del popolo, darebbono. E dove quest'offerta sommessa non venisse accettata , egli pure in ogni modo voleva aderire alla volontà del Consiglio , purché si conservasse l'onor del Vescovo e quello del Consiglio stesso, la cui volontà ad ogni modo sarebbe sempre da lui osservata. —> Letta in pieno Consiglio questa risposta del Vescovo, di nuovo fu ripetuto che in niun modo il detto Molino si fabbricasse, e che il Canale da ogni parte venisse disfatto; e che i Ministrali di quella Società che per sorte prevarrebbe alle altre nel prossimo mese di Maggio, dovessero giurare il guasto di quel principio di fabbrica già costruito, e d'interrare il detto Canale nel termine di quindici giorni, sotto
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