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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   ii
   eopra questa inquisizione furono, Bibliobarigi Az-zoguidi, Gozzadino dei Beccadelli e Franceschino dei Sabbadini, i quali, dopo avere usata ogni di* ligenza per trovàre i colpevoli, scopersero che questa era voce popolare sparsa a solo fine di tenere in angustia la Città, senza che però vi avesse pericolo certo e manifesto.
   £ ad un tratto si scoperse (17 Giugno) essersi fatta in Bologna secreta radunanza di genti in aiuto e favore di Guido da Polenta contra Ostasio da Ravenna ; le quali genti di nascosto uscite della Città passarono verso Medicina: di ohe non poco sdegnossi il Senato Felsineo, il quale comandò che il Pretore diligentemente cercasse i malfattori e secondo le leggi li castigasse. Il quale fatto addimostra l'insubordinazione del popolo, che disponevasi a voler mutata la reggenza della patria, anche a grave rischio di peggiorar condizione; e addimostra ad un tempo, o la poca cura che ave vasi delle porte della Città, sicché agevolmente se ne poteva entrare ed uscire, o la mala fede delle guardie che ne tenevano custodia, le quali aprivano campo alle altrui disobbedienze, ed a mali talvolta non lievi.
   Nominato il Gonfaloniere del Giugno, e creati i quattro Capitani de' Cavalli per le quattro Tribù, della Città, fu eletto Bartolo de'Beccadelli per Capitano della Montagna; il quale intendendo che i fuorusciti di Bologna coi loro seguaci ebbero già dato due forti assalti a Monteacuto delle Alpi, e che di nuovo con maggiore sforzo il combattevano; tosto pose in ordine i suoi soldati, e passò in aiuto del Castello, dove attaccò zuffa, la quale durò ostinata ben più d'un'ora. Ma sostenendola il Capitano assai valorosamente, alla fine prevalse e liberò la Ròcca di Monteacuto, non perdendo che due soli de'suoi, mentre i fuorusciti perdettero sette uomini ed il luogo, e due uomini videro cader prigioni del Capitano, il quale feceli a Bologna tradurre, dove nella pubblica piazza lasciarono sul patibolo i loro delitti. Acciocché poi il detto Castello in avvenire Armai. Boi. T. 11L 7
   v^