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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   ii
   imposto a quelli da Tignano. Quelli poi de'Savi-gnani e de'Boschetti furono ricercati di non dar recapito ad alcun bandito del Comune di Bologna, imponendo il medesimo a Cagnino da Savignano , che a Monte Ombraro non desse loro nè aiuto nò favore. Ed anche , poco tempo dopo, chiamarono ad abitazione nella Città Francesco dalla Ròcca, Guercio da Cuzzano con tutti quelli di sua famiglia, e quelli degli Oddoni. Ordinarono ancora che quelli da Vizzano venissero pure in Bologna, e che inoltre dessero sigurtà di difendere le contrade dove abiterebbero. Oltre di che tutti della famiglia da Panico verrebbero alla Città per istabilirvi dimora; come verrebbero i Bedoletti e quei della Casa d'Aiano. Finalmente fu deciso che niuno de' nobili del Contado o del Distretto potesse tener vassalli infedeli alla Chiesa, sotto pena della testa al padrone e di cento lire al dipendente. — Per questa guisa vennero molto a debilitarsi le forze dei fuorusciti, cui mancarono validi appoggi affine di nuocere.
   Scrive il Corio nella Terza Parte delle Storie sue che Francesco Bonaccolsi Capitano generale della Città di Modena prese Monteveglio, Castello sulla Samoggia poco sopra a Bazzano, e che andando i Bolognesi per ricuperarlo, furono rotti da Passarino e da Azzo Visconti : per la qual vittoria costoro col Marchese da Este, vennero innanzi fino al Lavino a Zola Predosa o Cellola, scorrendo il paese e devastandolo per pazza vendetta. Dopo di che, ritiratisi al Ponte di satìt'Ambrogio, lo presero e guastarono; e lo stesso fecero in parte del Castello di Bazzano. Alla fine , per più dispregio, corsero un Pallio di scarlatto nel territorio Felsineo ; e poi tor-naronsi festanti di là da Scoltenna (... Dicembre).
   In quest'anno commise il Pontefice ai Vescovi di Bologna e di Ferrara, che facessero restituire al Procuratore d'Avignone certi possedimenti con che solevano aiutare otto scolari dello Studio di Bologna.— E gli scolari ottennero dal Senato due valenti
   v^