IO
ANNALI
che pur volendo pòrgere un qualche segno durevole della loro contentezza d'essere stati onorati da tanto fiore di Bolognesi, vollero creare cavalieri aurati Francesco de' Pretori e Giacomo da Castel san Pietro.
Era in questo tempo il bolognese Contado travagliato ed afflitto da Bonino di Ghinolfo dal Lavino , e da Azzone di Comaccio Galluzzi, i quali infestavano diverse terre del Distretto, e ne assalivano gli abitatori e maltrattavanli. Della qual cosa avvisato il Consiglio, bandì capitalmente i due molesti Bolognesi, con decreto che nessuno giammai li potesse dal bando liberare. E perchè costoro depredavano grano e lo spedivano fuor del Contado, si fecero chiudere i passi verso Medicina, e vi si posero guardie che inviassero grano a Bologna. Intanto alcuni negoziatori Fiorentini nel passare
{>resso Monte Tortore furono assaliti e derubati, e a loro mercanzia venne condotta nel detto luogo, ed ivi tenuta da una guardia composta degli stessi malfattori. Appenà seppe il Senato tanta nequizia, mandò buon numero di militi per avere, e restituire la preda ai legittimi padroni ; ma trovarono molta resistenza in quei caparbi fuorusciti. Laonde si videro costretti a raddoppiare di numero per non avere la vergogna di cedere a quei faziosi. E raddoppiata infatti la milizia , ed assalito di nuovo Monte Tortore, fu accanito e lungo il combattimento : ed alla fine entrati i militi Bolognesi nel-l'assaltato Castello, ne presero i malandrini ivi chiusi , e quelli che opposero resistenza ai conquistatori vennero a fil di spada trafitti , e colà tosto perirono. Gli altri che paurosi cercarono nascondigli, o che ponevansi celati in agguato, per uscirne a tempo, e pigliare alcuna vendetta, vennero pur essi in potere delle milizie, e furon per la gola sospesi attorno le mura del Castello suddetto, cui stette poscia a Capitano e custode Beccadino dei Beccadelli.
Nell'Agosto poi accadde un fatto spiacevolissimo