BOLOGNESI
125
in Toscana ma in Lombardia ed in Romagna pnr anche, e specialmente nelle parti montane, i Bolognesi sollecitarono di riparare e fortificare la loro Città e le Castella e le Fortezze del Contado, e in guisa particolare qnelle de'confini verso Romagna e verso Toscana, ponendovi raddoppiate guardie , • radunando assai denari per le spese che potessero occorrere. Poi si fece elezione di cinque Sapienti per ciascuna Tribù, i quali avessero a provvedere, ordinare e stabilire quanto paresse loro più utile pel bene della Città e in circostanza di guerra. E perchè intanto giunsero avvisi che non pochi nemici della parte di Chiesa e del Comune di Bologna stavansi nel Castello della Sambuca e del continuo disturbavano gli abitatori della montagna, uccidendo, rubando, facendo prigioni, imponendo taglie ed obbligando altrui ad isloggiare dalle proprie terre anzi dal proprio focolare ; il Senato che a tanto danno volle metter modo, spedì frattanto Giuliano Malvezzi e Collaccio Beccadelli al Castello di Dozza, ed Artusio da Monzone a Baragazza, dando loro cento pedoni, cinquanta balestrieri, e cinquanta lance per ciascuno, ed ordinando che Casio , Castel Leone, Caprara, Serravalle e Scaricalasino porgessero aiuto di danaro. —Nè passò guari di tempo che si formò nuovo ordine per la elezione de' Persecutori de'Banditi, i quali persecutori non sarebbero più Bolognesi o del Contado, ma forestieri; affinchè per 1' una parte, o vincolo di parentela o soverchia compassione di concittadini non li rendesse proclivi a dannevole indulgenza ; e per l'altra un qualche odio di fazione, o la brama ingiusta di vendicare alcun oltraggio particolare non li spingesse a rigori imperversanti, ed a persecuzioni talora verso gl' innocenti od i meno colpevoli.
E perchè i Castelli di Sivigliana, di Monte Acuto nelle Alpi, nonché di Casio e di san Pietro, tro-vavansi in parte smantellati, in parte male in armi, così vi riparò il Consiglio, d'ogni cosa necessaria facendoli provveduti. E ciò fatto, il medesimo
v^