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ricomposero a buon ordine lo Stadio, e che pei primi vi lessero poiché venne ripristinato. Ebbe ottimi scolari, fra' quali basterebbe il nomatissimo Bartolo. Visse fino al tempo di Taddeo Pepoli , e lo sostenne nel vicariato della patria con efficacia di dottrine e di senno; talché di lui e di Giovanni d'Andrea si parlava allora come de' più grandi, l'uno in Civile e l'altro in Canonica, che oi vivessero. E come Giovanni morì nella pestilenza iS47> morì pure Giacomo in età di oinquantatré anni, e venne sepolto in san Francesco, dove la famiglia sua aveva un altare nel Capitolo ed una cappella nel Coro. — A lui premorì un figliuolo di nome Bartolommeo, il quale in età giovanile era già Dottore, e che dava di sè tali speranze che Giovanni d'Andrea sempre ne parlava con lode. Ma troppo presto ei morì. — E fu altrettanto di Paolo, che viveva e dettava Consigli nel i3o6; che poco appresso era Dottore e membro del Collegio, e quasi tosto fra il numero di coloro che vivono la vita eternale.
In principio del secolo tenne il primato nel gius Canonico un Palmerio da Casola, che fu Dottore nei Decretali, che lesse in via straordinaria per lungo tempo fin da quando si chiamava Baccelliere, e che venne esentato dalla milizia , perchè meglio adoperar si potesse a benefizio degli scolari. Di lui si trova memoria fino all'anno i3o8, nel qual tempo, insorto popolar tumulto , fu allontanato egli con due suoi fratelli perchè di parte Ghibellina. Ma dove e di qual anno morisse non è chi lo narri. Solo è certo che scrisse questioni e dispute nel jus Canonico, le quali vennero raccolte in un solo Codice, che porta i tre nomi insigni di Marsiglio, di Palmerio e di Giovanni d' Andrea.
Dalla nobile famiglia Castelli o da Castello sorse un Bonaventura che fu prestantissimo Dottore dei Sacri Canoni; e Filosofo, e Leggista e Medico, nello quali facoltà tutte si addottorò. I concittadini lo ebbero in conto di Enciclopedico , e con dolore
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