BOLOGNESI
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sentirono la morte di lui, avvenuta verso il i353. Fu egli il primo che scrisse intorno ai Bagni della Porretta ; e 1' opera di lui venne più volte ripubblicata, quando in codice manoscritto, quando coi tipi , quando nell* originale latino, quando finalmente volgarizzata.
Ma forse a lungo soverchiamente ci siam trattenuti sopra scienziati di leggi e di medicina. Per non ingenerar sazietà nei lettori nostri verremo al più cospicuo Bolognese del secolo, al padre dell'agricol-tura d'Europa dopo i Latini. — Ritorneremo poscia ai sommi leggisti, filosofi e medici dell' Archiginnasio. — Il grande uomo onde parlare intendiamo è Pietro di Giambonino Crescenzi. Nato egli in sul 1233, consacrò la sua giovinezza alle discipline filosofiche, mediche e naturali, e studiò inoltre giurisprudenza alla scuola del celeberrimo Azone, esercitando per alcun tempo 1' avvocazione e 1' ufficio d' assessore di Podestà. Ma troppi insigni aveva allora Bologna nelle cose forensi : laonde il nostro Pietro pose principalmente 1' animo a quell' arte utilissima che tanto nobilitò un Cincinnato ed un Furio Cresino ; nè si stette contento a ciò che gli altri per pura pratica usavano, ma studiò l'eccellenza dei principii sui quali l'agricoltura si fonda. Mancavano a lui i maestri frai contemporanei; o se puTe alcuno ve ne aveva, ricoverava tra gli Arabi -nell' estrema Spagna. Poco sussidio poteva trarre dagli antichi. Catone non dà che germi d' insegnamenti; Varrone non rispondeva ai bisogni dell'età di Crescenzio ; Col urne Ila non era ben cognito ; Plinio non reputavasi che un semplice naturalista; Cassiano Basso non giovava che agii ernditi di greco: Palladio era il solo codice che restava al benemerito Felsineo; ma non era codice intero, ma non in tutto per le terre e per le condizioni d'Italia. Un nuovo libro adunque ; e il nuovo libro si accinse a formarlo il Crescenzi. Ma la rabbia delle milizie di fuori che ne molestavano, e 1' atrocità delle discordie intestine che sergevano, lo distolsero
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