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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   303
   era Capitano di guerra de* Fiorenti ni. Il Petrarca ne fece copia, per la molta stima in che teneva quei poetici lavori; sulla quale copia ne venne condotta in Roma una stampa nel 1642, per cura di Federigo Ubaldini. Ma la miglior edizione che se ne conosca è recente, e fu ridotta a moderna ortografìa per cura dell' erudito filologo modenese D. Celestino Cavedoni, mercè del quale l'operetta di Gra-ziolo è accomodata per modo all' universale intelligenza , che si è resa dilettevole e cara lettura.— Diversi codici si conoscono del Trattato delle Virtù Jxdi Graziolo , fra i quali alcuni portano frontespizi scritti da ignoranti copisti, che attribuirono l'caperà del Bolognese poeta a Roberto Re di Napoli. Ma la dedicatoria latina al predetto Conte del Balzo , toglie ogni equivoco sull' autore dell' Opera , avendovi posto il suo nome il nostro Bamba-glioli, che si dice Bolognese, esule, e servo umile di esso Conte, cui raccomanda sè stesso ed il proprio dettato.
   Bertolino, non sappiamo de'quali, fu pur letterato Bolognese, e sorisse un Commento latino sui libri rettorici di Cicerone ad Erenio; il quale Commento esiste manoscritto nella Libreria de'PP. Domenicani di Venezia ai santi Giovanni e Paolo. Fu Bertolino (e lo dice il lavoro stesso) frai letterati Bolognesi del secolo quartodecimo ; ma non sappiamo nè quando nascesse, nè quando nè dove morisse ; e se fosse Chierico o Laico; se insegnasse o no la Rettorica, la quale sì bene professava.
   Giovanni Buonandrea fu pure un Rettorico Bolognese , il quale insegnava colla poesia l'Arte Nuova o Rettorica, in patria nel 1817. Egli morì del ai; e gli successe nella Lettura Bertolino Be-nincasa da Canulo, che promise spiegare i Libri di Cicerone ad Erennio, e forse quelli ancora de In-ventione, nonché il Trattato del suo antecessore Buonandrea sull'Arte di Scrivere. Oltre l'Arte di scrivere dettò il Buonandrea delle Stanze in ottava rima volgare^ le quali vennero pubblicate dall'Allacci,
   v^