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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI 665
   In un Codice Urbinate, esistente nella Biblioteca Vaticana, leggonsi dei versi italiani del trecentista poeta bolognese Matteo Mettivilla, il quale combatte il famoso Cecco d'Ascoli contraddittore della dottrina di Dante: il qual Matteo quantunque fosse ben poca cosa in fatto di volgar poesia, è tutta-volta assai commendevole per aver saputo conoscere quale immenso uomo fosse PAlighieri, e per averlo difeso coli' ardore di un amico verace.
   Viveva nel i35o un Bonifacio Morandi scrittor bolognese, il quale dettò una storia dello scisma funestissimo che travagliò la cristianità al tempo di Giovanni XXII. Pontefice, e di Nicolò V. Antipapa. Che sia avvenuto di un tanto scritto, il quale non poteva a meno di non interessare perchè dettato da un contemporaneo , non è più noto ; ma sulla fine del i5oo, mentre il Ghirardacci dettava la sua istoria di Bologna, sembra per certo che il manoscritto del Morandi fosse sotto gli occhi del benemerito Monaco , non che del Dalfi, che ne tenne parola nel suo libro delle famiglie nobili felsinee.
   Or eccoci a Pietro da Moglio o Muglioy il quale godette fama di gran lettor pubblico de'suoi tempi , e che fu scolaro del Petrarca e condiscepolo col Boccaccio. Pietro ebbe scuola di rettorica in Padova, poscia in Bologna, dove del i356 veniva laureato. In tutta sua vita non cessò mai di tenere corrispondenza di lettere col famosissimo maestro suo, il quale del sessantatrè gli scrisse una lettera amichevole, dandogli notizia delle feste pubbliche celebrate allora in Venezia per le vittorie riportate dai Veneziani contra i ribelli di Candia. Fino a quale anno insegnasse grammatica e rettorica in Padova il nostro Pietro , non potrebbe asserirsi ; però dal 1377 all' 82 era in Cattedra, e vantava egregi scolari, fra i quali Coluccio Salutato da Firenze , che basterebbe a dare fama a un maestro. E nel tempo stesso era del Consiglio dei cinquecento , ed assisteva fra i lettori dello Studio al Annoi. Boi. T. III. 84
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