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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Terzo
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1841, pagine 718

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   conferimento solenne della laurea ai due primi dottori che uscirono dal Collegio Gregoriano. Finalmente del i383 sembra per certo che morisse il da Muglio, perchè in quest' anno il predetto Co-luccio scriveva a Bernardo figliuol di Pietro una tenerissima lettera latina , dove con lui si condoleva cordialmente della morte del padre.
   Un altro dotto bolognese fu Frate Francesco Pi-pino, il quale visse lungo tempo nel convento di san Domenico, dove si occupò in tradurre dal volgare in latino il libro dei viaggi di Marco Polo da Venezia ; quel libro che poi copiò di proprio pugno Cristoforo Colombo, e il quale diedegli grande impulso a tentare il gran viaggio ad un nuovo mondo. E quell'impulso che diede il libro di Polo all'inclito genovese, fu dato ancora al nostro buon Monaco, che del i3ao si recò alla visita di Terra Santa, di dove tornato, scrisse il suo viaggio e quanto di bello e meraviglioso lo ebbe allettato. Dopo la quale storia sembra che più non ne dettasse , nè alcuno scrittore ci dà più notizia di quello che fosse di lui.
   E qui chiuderemo le memorie intorno ai letterati bolognesi del secolo quartodecimo , con Giovanni Virgili o di Virgilio, il quale fu 6enza dubbio filosofo e poeta di merito, se il divino Alighieri cercò con molta sollecitudine l'amicizia di lui, col quale sembra che fossero condiscepoli allorché Dante venne a Studio in Bologna. Il dili-gentissimo bibliografo Lorenzo Mehus, parla di un Codice della Biblioteca Medicea, dove sono Egloghe inedite di Dante a Giovanni e di Giovanni a Dante, nelle quali Egloghe è fatta aperta la reciproca stima che quei due illustri si portavano. E quale fosse la fama che godeva in belle lettere ed in erudizione il Virgili, si ha da questo, che nell'anno i3ai, appunto nel tempo della morte di Dante, non avendo la Città nostra verun dottore che leggesse poesia, ed insegnasse a far versi , gli scolari supplicarono il Consiglio a conceder loro