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ANNALI
dei Carlovingi, che nuovamente le fu imposto da Lotario Imperatore ; e solamente nel 963 si sottrasse all' Impero, tenuto allora da Ottone il Grande ; e proprie leggi, e magistrati eletti frai cittadini il nuovo municipio go vernarono < Volse un buon secolo di pace pei Bolognesi, finché Enrico IV., movendo contro di loro ch'erano alleati a Gregorio VII. e alla Contessa Matilde, gli ebbe soggetti due volte (1077-1078), e due volte li vide ribellarsi. Poco tempo appresso, Federigo enobarba li vinse, ma non li tenne un lustro in dominazione. La pace poi di Costanza , sancì la bolognese Repubblica e le altre tutte d'Italia. — Nel terzodecimo secolo, quieta la Città nell'interno, temùta dai vicini popoli, fu al sommo forse della potenza e della gloria.— Teneva il freno di molti paesi di Romagna, sconfìggeva a Fossalta Modenesi ed Imperiali , e quelli astrìngeva ad obbedirle, e il regal Duce di questi traeva in trionfo prigioniere. Fiaccava posoitf sul Primaro al Veneto Leone l'orgoglio : e un sol pensiero la reggeva ; di farsi temuta e potente « mezzo dell' unione e della forza.—Ma per sua tri-» sta ventura sorsero in quel secolo stesso le mise-< rande fazioni de' Ghibellini e de' Guelfi , che lei dilaniarono, come tutti gli altri municipi d'Italia. Allora fu che per cessare le sciagure, studiò riparo all'ombra augusta dèi Vaticano, „ sotto il vessillo delle sante chiavi. „ — Pur tuttavolta gli odi, le vendette, le stragi non avevano fine. — Ed ecco tempo propizio, ecco' favorevole occasione, perchè i più destri cittadini salissero al principato della patria , che più durar non poteva dilacerata ni anarchia. Ecco Taddeo de'Pepoli, superato l'emulo Brandeligi Gozzadini, venir eletto Signore di Fel-sina (1337), mentre, per le cagióni medesime, affievolite le altre popolazioni della Penisola italica, inchinavano, dove più, dove meno, al comando di un solo. Taddeo, con titolo di Vicario per lo Pontefice , dominò ben due lustri, finché mietuto da morte, lasciava la reggenza della patria in mano