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la volontà del Consiglio, ohe venissero richiamati alla patria i fuorusciti, fra i quali eran primi i Zamì>eccari, i Bianchi, i Preti, i Bolognini, i Ghi-silieri, i Manzuoli ed i Guidotti. Delle quali tutte eosa il popolo mostrò avere grandissimo contento, lodando la clemenza e la bontà di Giovanni, il
?[uale conoscendo questo buon animo della plebe, il molto lieto che le sue cose camminassero felicemente , e che egli avesse fra mano le redini del governo della patria. Il che fatto, giovandosi dei migliori gentiluomini , venne a buona pace con Nanne e Bonifazio Gozzadini, i quali, se furono defraudati nel desiderio loro, di altro non si ebbero a lamentare che della propria pigrizia. Laonde pacificati essi con Giovanni, furon la sera alla casa di lui, dov'ebbero lauta cena, in compagnia di altri nobili assai, dopo la quale vennero scortati alle loro case da un capitano d' arme , e da venti soldati che il Bentivoglio diede loro per sicurezza.
E il giorno appresso ( 28 Febbraio ) essendo nel palazzo del Pretore congregato il Consiglio, venne per comune consentimento eletto e gridato Signore di Bologna esso Giovanni Bentivoglio , che prese possessione della Città e del territorio, e cominciò ad ordinare le cose della patria, creando capitano del popolo il Pretore Ramondino Fieschi, e con— ducendo ai servigi della Città diversi celebri capitani, con lo stipendio mensuale di quindici fiorini -d' oro al mese. Oltre di che stabilì molti Conne-stabili per le diverse terre e per le Ròcche della'
{trovi nei a, i quali furono in tal numero che troppo ungo sarebbe il darne quivi il catalogo.
Or mentre che Giovanni Bentivoglio attendeva alla provvisione delle Castella e dei luoghi del territorio di Bologna, Battista Balduini, cui tornava troppo aspro il dominio di Giovanni, prese a trattare coi Pepoli fuorusciti, per privare della signoria chi stava a cima della ruota di fortuna, e precipitarlo a fondo. Al qual fino venne Andrea de Pepoli con molte bande di soldati vesso Bologna^
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