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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quarto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1842, pagine 546

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   ed i patti stretti fra Bologna ed Astorre nel i386, non abbiano a pregiudicare in Cosa alcuna alla presente pace, ma restino validi e fermi per arneodue le parti : che ogni condannagione reale e personale, ogni bando scritto dal principio della suddetta guelfa , o fatto per alcuno degli ufficiali delle parti con-tra alcun suddito per motivo di guerra, sia annullato e cancellato: che il detto potente Bentivoglio atterri la Bastia di legno a san Prospero di Faenza, in termine d'un mese dalla pubblicazione del presente contratto di pace, con patto che l'acqua corrente presso la prefata Bastia si lasci scorrere come prima soleva ; che la Bastia chiamata Castel Franco di Romagna, e che il Bentivoglio possiedeva, a lui resti, con tutte fòsse e contrattasse fino a quaranta tornature all' intorno di detta Bastia ; potendo esso Bentivoglio, nonché i suoi uffiziali, attinger acqua dal Rio Cella, che pone capo nel Latnone, senda venir molestato da chicchessia ; avendo libero il passaggio per quella terra e per sè e pe'suoi , con animali carichi, con vittovaglie, con carri e con munizioni, purché i passaggieri del Bentivoglio non facciano violenza nel territorio Faentino. jLe quali tutte condizioni osservar si debbano, sotto pena di trentamila duoati d'oro a. chi le infranga, ed' obbligando amendue le parti i loro beni presenti to futuri per la piena osservanza della cosa.—Furono ìi pace i cavalieri Pietro di
   glia, nonché Andrea di Carlo Bentivoglio, ed i famosi dottori Ugolino Scappi, Giovanni da Canetelo, Garzone de' Garzoni, Azzo Torelli » Nicola Bianchi, Nanne da Vizzano, Bernardo di Maestro Pietro dalla Rettorica o daMoglio, e notaro di Giovanni Bentir voglio.,,
   Spiacque assai questa pace al Conte Alberigo, il quale sperava fra pochi giorni di conquistare Faenaa ed avere Astorre nelle inani: onde sdegnato col Bentivoglio, si levò dallo stipendio di Felsina, e andò a Cunio, di dove pensava poter nuocere alle
   Gordino della stessa fami-