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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quarto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1842, pagine 546

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   ehe io un principe tanto ambizioso ed avido di dò-minare, com' era il Visconti, potesse trovarsi moderazione , e cuor di liberatore e non di tiranno che conquisti. E difatto Gian-Galeazzo, piegò di leggieri alle parole del Gozzadini, e mandò il capitano Alberigo da Barbiano con un esercito a guasto del Bolognese, il quale Alberigo giunse con sue genti fino al Reno , scorse all' intorno col ferro e col fuoco, faoendo preda d'ogni guisa. Ma battuto dalle squadre Bentivolesche, perdette la preda ed i prigioni da lui fatti, ed inoltre cento cavalli dei proprii, e cinquecento pedoni. Dopo la quale sconfitta, rifattosi in armi il Barbiano passò alla Ri-cardina, a san Prospero, a Dozza nell'Iinolese ; e questo Castello ch'era tenuto da soldati del Bentivoglio, assaltò tre volte, e da ultimo prese. Giovanni montò sulle furie quand'ebbe avviso che il capitano Bennolo Papazzoni si era arreso, cedendo Dozza : e senza ascoltarne le ragioni lo fece decapitare. La quale atroce sentenza procacciò al Bentivoglio novelli nemici , alcuni de' quali vennero a trattative col Conte Alberigo, cui dissero di cedere la porta delle Lame, affinchè entrasse in Bologna , e mettesse a morte Giovanni. Ma questo trattato ancora fu sooperto, perchè un tale Antonio Landò maestro d' artiglieria, essendo andato e venuto più volte in abito di romito per disporre ogni cosa per la ribellione, fu da un Gerardo da Sassonegro conosciuto: onde fatto prigione e posto alla tortura, confessò ogni cosa, e venne appeso per la gola, vestito dell abito di romito, onde ai era le tante volte camuffato.