B OLOGNESI
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ANNO DI CRISTO «402.
Proseguivano gli affari di Giovanni Bentivoglio travagliati e dubbiosi, e preparavasi per lui la sconfitta e la morte, dopo che in.patria ebbe sfuggiti fino a quattro tradimenti, tesi a lui non pure dai compaesani ma fin dagli uomini del suo stesso Cognome. Intanto, mentre in Bologna era venuto Pretore Marsilio Torrelli da. Mantova » il Duca di Mi?* lano, a malgrado di un inverno freddo e ghiacciato, decise levare a Giovaoni il dominio di Bologna» sia per vendicarsi dell'insulto rioevuto, quando no ricusò la lega, sia per l'ambizione che aveva di farsi padrone del territorio nostro, come si era reso Signore di Lombardia , di Perugia, di Siena, di Lucca, e di Pisa., o colle armi o colla frode. Egli è vero che il novello Imperatore Roberto, vedendo di mal occhio un tanto ingrandirsi del Visconti, eli diede travaglio e tentò umiliarlo; ma questi , forte coni' era di cavalleria , vinse lui, ed il Carrara , ed i Fiorentini che lo assistevano ; laonde prese ardire ne* suoi disegni, e fermò proposito di porli subito a compimento. Ond' ecco in nome di lui il Conte Alberigo tornare con possente esercito nel territorio Felsineo, e passare fino all' Idice , condotto da molti fuorusciti Bolognesi, fra i quali erano due Pepoli, un Galluzzi, un Isolani, un Baccilieri, un Giacomo Bentivoglio , lontano parente di Giovanni, non che Nanne e Bonifazio Gozzadini , suoi emuli ed antagonisti. Il di seguente passò il Conte cogli armati alla Pieve di Cento, colla speranza di averla. E. difatto essendosi accordato con alcuni della terra, costoro si presentarono al Cancello di entrata in ora tardissima, e mentre questo si schiudeva, tagliarono a pezzi i custodi, ed apersero la Pieve ai Ducali, lasciandovi a oustedet
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