ANNALI
Bonifazio Gozzadini, che vi pose buon presidio, e vi stette a maniera di conquistatore.
Cotali fatti raddoppiavano le angustie di Giovanni Bentivoglio, perchè la presa della Pieve non era cosa di lieve momento, e perchè i Gozzadini che dirigevano le mosse dell' esercito avversario , avevano ottenuto dal Visconti titolo e stipendio di commissari di lui; A ciò si aggiunse che il Barbiauò prese in breve tempo Massumatico, san Prospero, e Galliera , che si mostravano contente di stargli soggetti. Oltre di che i Persicetani vacillavano nella fede al Signore di Bologna, il quale, in bisogno d' uomini, chiamò a sè lo Sforza da Cotignola ed altri capitani di ventura, e cintosi di armi straniere pose suoi fidi a governare le Rócche e le Ca* stella del Contado. Quella di Persiceto era toccata ad un tale Enrico da Facciolo, che le genti del luogo accolsero di mala voglia, per aver saputo che Bonifazio IX. non aveva riconosciuto Giovanni , nè come suo Vicario, nè come legittimo Signor di Bologna , ma lo aveva dichiarato tiranno ed usurpatore del dominio della patria. La quale avversa disposizione degli animi de' Persicetani conobbe Giovanni ; laonde per non irritarli , per non perdere ancor questa terra, lungi dall'intimori ili colle minacce , mandò a Persiceto Matteo Tencarari , uomo di sommo accorgimento, perchè facesse, a nome di lui, larghe promesse al Consiglio ed ai Consoli del luogo, se alla devozione piegassero del novello Signore. L' inviato non fu accolto entro le mura, anzi fra una grandine di balestrate si vide costretto colla sua scorta ad allontanarsene preci pi tososo. Giovanni I. tentò altro mezzo a placare tant* odio , e mandò a Persiceto quel compare Balduini, che gli era stato altra volta inimico, ma che i Persicetani tenevano in gran conto, e forse più che alcun altro de'Bolognesi. Fu rioevuto il Balduini in pieno Consiglio, e parlò con molta eloquenza mostrando i doni e le grazie che avrebhero i Persicetani con-< seguito, accettando i voleri di Giovanni; nè tacque