Pagina (24/548)
Pagina
Pagina (24/548)
|
Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quarto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1842, pagine 546 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
Aderisci al progetto!
[Progetto OCR]
[ Testo della pagina elaborato con OCR ]
34
ANNALI
infelioe, e che non poteva dimettere gravissimi cospetti , perchè comunemente odiato, mentre la maggior parte del popolo se ne andava spensierato par la Città, quasi questa non fosse in travaglio, e.che vedeva le milizie mostrarsi inerme sulle mura per dare agi' inimici maggiore ardimento , non poco s' affliggeva in cuor suo di tali dimostrazioni. E l'afflizione di lui si accrebbe quando seppe ohe il Poggio RenaticO; e Minerbio ed Argelata ri I iellati si erano. — La Ròcca però della Pieve di Cento, conservavasi ancora per lui da Lancilotto Beccaria capitano fedele, il qu&le com' ebbe avuto un rin-forzamento di fanti e di cavalieri, fece, una sortita sul nemico assediatore, e ne pose in fuga e ne uccise e ne imprigionò parecchi. Frai quali un Alberto Pio da Carpi eh' era col Barbiano, un Gerardo Boiardo , un Marco da Pisa, con altri di eletta condiziono, oltre dugento cavalli ed altrettanti pedoni : e coli' acquisto di' molta preda si recò a Bologna.
Ma una vittoria non bastava per ristorare Giovanni delle molte sconfitte, delle continue ribellioni , delle insidie incessanti, dei pericoli -imminenti. Ai quali aggiugnevasi 1'allontanamento dr Beute Bentivoglio , che non volendo più aderire al congiunto, erasi recato a Milano ,< di dorè fece proponimento non voler più ritornare fino « oh© la patria non ricuperasse la pristina libertà , é che Giovanni non cessasse o dalla potenza o dalla Vita.--Ed erano molte le querele di .Bente contea Giovanni : Cbe poco ornai si ourasse de' nobili, che sprezzasse il proprio sangue ed i suoi più stretti parenti, negando loro onorifioenas di cariche, che si fosse fatto tiranno di Bologna» ponendo la patria in pericolo di rovina e di perpetua ! servitù. Dispiacque oltremodo a Giovanni la fuga di fiente, il quale doveva recarsi oratore, per aiuto, alla Repubblica Veneziana in compagnia di Pasotto d& Argile; onde scrisse,a Pasotto che proseguisse «gir solo il viaggio incominciato ^ e .Soste a pregare con
|