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tatto ardore la detta Repubblica. Pasotto obbedì» ma tutte sue parole tornaxon vane, perchè Vene-eia, o non potesse o non volesse, ricusò di soccorrere il vacillante Signore.
Né colma fu ancora la misura per lui. Imper-oioccbè vi si aggiunsero nuove congiurazioni intera ne, ohe l'avevano a trarre al fondo di ogni angustia più acerba. £ difatto Francesco Minotti e Giacomo de'Conti, trattavano d'aprir la porta di Gal-liera a Giacomo Del Verme capitano del Visconti c il quale trattato, benché scoperto, non valse a togliere d'angoscia il periclitante Giovanni.—Soltanto un poco lo alleviarono le genti di Padova, condotte dal famoso capitano Ottobuon Terzi, che vennero a Bologna per sostegno e per lega col Bentivogho ; il quale , quantunque per mercè loro respirasse alquanto , non potè però andar sicuro del fatte suo., ed = azzardare di venire a conflitto, e render pan per focacòia a chi lo vessava per ogni dove.— Piuttosto volle far saggio dell' amor del popolo felsineo verso di lui, acciocché potesse sapere come si avesse a governare e. dentro e fuori della Città. Al qual fine radunò tutti i Ministrali delle Parrocchie di Bologna » ed impose loro ohe descrivessero tutti quelli che fossero atti a portar le armii; e fattone le Cedole, consegnasse queste fedelmente a> Parrochi. Poi fece bandire che tutti quelli cui talentasse la signoria di lui, il dì appresso (aoGiugno) si radunassero tutti nei seguenti luoghi : la Tribù di Porta Ravegnana a san Gregorio fuor di Porta Maggiore ( dove oggi è la Casa Pia di Ricoi vero ) sotto la insegna del capitano Guidò da Man* zolino ; quella di Porta Stiera al Convento di san Francesco, dove 1' attendeva il capitano Nani» no di Checco; quella di san Procolo alla Annunziata ^ sotto il Gonfalone di Nicola Baldoini; e quella di san Pietro a san Paolo di Ravone, dove trovavasi il capitano Leonardo Ghisilieri. Giunto il detto giorno , appena una delle dieci parti della milizia trasse/ alle insegne ed ai luoghi stabiliti ; della qual Anna/. Boi. T. IV. 4
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