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non si radunasse contro lui in Porta Ravegnana, avendo fatto lor capitani Nicolò di Ligo e Melchiorre Manzoli, nemici capitali di Giovanni : nè impedì che si gridasse; Muoia il Bentivoglio, viva il popolo ! A queste voci Giovanni subito si armò, e con pochi soldati e suoi amici montato a cavallo , passò dove il romore si levava, per quietare il popolo, il quale opponendovisi non lo lasciava entrale in piazza ; di modo che al tramonto del sole attaccarono zuffa, giugnendo intanto cinquanta cavalli in aiuto del Bentivoglio : ma ogni sforzo fu vano. Il perchè vedendo non poter conquistare la piazza , passò furente alle case de' Ramponi, dov'erano radunati i suoi nemici a gran numerose tentò appigliarvi il fuoco ; ma vennero queste a furia di saette difese.
In quel notturno combattimento Giovanni uccise molti del popolo, e a lui morirono sotto due .cavalli da battaglia. — E mentre che il tumulto ad ogni ora cresceva, e che il giorno ornai appariva, gli amici ed i parenti dei fuorusciti passarono alle Porte di Saragozza e di san Ma molo, e spalancatele , introdussero coloro nella Città, oioè due dei Negrosanti, Giacomo Isolani, i Gozzadini, Guido Pepoli, un Felicini, i Galluzzi, ed altri moltissimi ; cui tennero dietro le genti del Duca di Milano , cioè il Del Verme, il Signore di Mantova , i due Malatesti, il Conte Alberigo e Facino Cane coi loro seguaci, i quali tutti mandavano voci al cielo, e gridavano : Viva il popolo, e muoia Giovanni Bentivoglio.
• Or qui che fosse di Giovanni, è qualche discrepanza fra gli storici. Però se discordano nei mezzi end' egli venisse umiliato, non discordan nel fine miserando che gl'incolse in quel memorabile trambusto. Pare (a quanto narrano i più) che rifuggitosi nel palazzo de'Notai, ivi si travestisse, e che di là tragittasse in una casipola al Ponticello di saxtt' Arcangelo , dove forse ricoverava la sua vecchia nutrice. A questa raccomandossi la vita, e fu Annal. Boi. T. IV. 5
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