B OLOGNESI
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la quale disposizione non durò che tre giorni, perchè 1 monopolisti tanto brigarono e sussurrarono, che la concessione non andò più innanzi, e i dazi ritornarono come prima, se non forse più gravi.
Al ritorno degli artibasoiatori da Milano , venne dato per nuovo Governatore alla Città nostra Leonardo Marchese Malaspini, il quale radunò il Consiglio dei seicento, e legger fece i Capitoli stabiliti fra il Duca di Milano e gli oratori Bolognesi; indi pigliò a governare la Città nostra con benignità e prudenza.—Intanto Nanne Gozzadini, oh'era bene accetto al Conte Giacomo Del Verme, ed al popolò concittadino amato; avendo in sua balla Cento, la Pieve, Massumatico, Galliera, e diverse torri in quelle parti, si dava a credere che il Duca di Milano lo dovesse in qualche modo apprezzare : il perchè passò a fargli riverenza, per ottenere ad un tempo quattordici mila scudi prestati a lui per la passata guerra. Fu egli dal Duca con simulata amorevolezza accolto, ma le grazie che desiderava, sempre gli ritardò, e di parole lusinghiere lo ebbe pasciuto: e ciò faceva per dargli occasione di corruccio , ed aver poi motivo di levarselo dagli occhi, sondo che Nanne era allora in Bologna il più potente cittadino. Dèlia qual cosa avvisato Nanne, pieno di giusto sdegno, frenando in sè a mala pena la rabbia, dolevasi che sotto sua fede (poiché Giovanni Bentivoglio era stato affidato alla custodia di lui ) fosse stato tradito ed assassinato il Signore di Bologna ; e malediceva quel giorno eh' egli non accettò la dominazione della patria, e che fu ca* gione per la quale Bologna si sobbarcasse al giogo dello straniero. Il Duoa fu avvertito del malcontento di Nanne, e lo fece chiudere, per bassa sod-t disfazione nella Rócca di Milano, lasciandolo però sotto debole custodia, affinchè ne potesse fuggire ( giacché non v' era ragione di tenervelo chiuso ) e non avesse più ardimento di comparirgli dinanzi e pregar grazia per la patria. Il che avvenne. Fuggì di notte il Gozzadini, coli'aiuto di nn Cappellano Annal. Boi. T. IV. 6
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