B OLOGNESI
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della casa di Dio sacrilega profanazione. La quale inverecondia indignò altamente tutta quanta la Città, cui fu tolto l'adito alla piazza, con cancelli e catene. Una porticella era aperta presso il palazzo pubblico della Via delle Bollette, che forse è la moderna delle Asse, un' altra a capo la Via delle Scudelle, dove fu aperta più tardi la piazzetta del Nettuno ; una terza all' estremità orientale del palazzo di Enzio; un'altra rimpetto alla torre in capo della Merceria , non lungi della Via della Zecca ; un' altra tra 1' edifizio della Compagnia degli Speziali e quella de' Merciai , in luogo che dicevano il Pozzo del Capitano; ed un'altra ancora all'entrare nella strada degli Orefici ; ed una piccola al Voltone delle Pescherie ; non che un' altra piccola in capo alle Clavature verso la piazza ; ed una nona all' estremo della Via del Ballo, che così chiama-vasi la Via fra lo Spedale della Morte ed il fianco orientale della Basilica; e la decima finalmente fra la Chiesa di san Petronio e la Compagnia de' No-tai, allo sbocco di quel vicolo che ora si dice dei Pignattari. E in tutti questi cancelli o ròste , non essendo fatti per aprirsi fuorché i portelli adiacenti , ne veniva che pochi provvisionati bastassero a guardare per ogni dove la piazza.
Questi apparecchi di ostile diffidenza mettevano di mal uomore il popolo Bolognese contro del luogotenente, il quale per istarsi più sicuro cercava occasione di chiudere in carcere i più ragguardevoli cittadini. E l'occasione si presentò. Avvenne un giorno (3o Marzo ) che un soldato baldanzoso tirasse due colpi di balestra oontra un gruppo di gente che stava fuori de'cancelli; laonde il popolo si levò a tumulto, e con grave fatica si giunse a calmarne lo sdegno» Nondimeno il Malaspini ch<* sempre temeva, e ehe sempre diportavasi con imprudenza , fece prigioni dieci de' principali cittadini, ohe nella casa di Nanne Goizattìni solevano usare, ed oltre questi distenne in palazzo due figliuoli dell' imprigionato Francesuò Galluzzi , il maggior
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