B OLOGNESI
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soldati alla fortezza dell'Uccellino, ed alle genti di Lionardo la toglieva in hrev'ora. Il quale passo agevolò il cammino agli ecclesiastici senza che fino al Bondeno avessero a dar volta. Indi l'esercito passò al Poggio de'Lambertini o Renatico,e l'espugnò e lo pose a fuoco. Così Galliera ed Argelata caddero l'una e poi l'altra in potestà della Chiesa per fatto del prode Marchese. In seguito di tali conquisti, rivolse Nicolò i drappelli suoi a san Giovanni in Navicella, e tenendo la via di Sassuolo, furono nel Reggiano e nel Parmigiano, facendo preda da per tutto, e mettendo in timore i Visconti e chiunque per loro tenesse.
Ma in piccole scaramucce perdevasi il tempo ; laonde pensarono meglio i capitani di Chiesa di pigliare altre terre ed altre Ròcche nel' Contado Felsineo, scalando da ultimo le mura di Bologna, e ritornando questa Città al desiderato governo popolare. E mentre da una parte fino all'Idice, e da un'altra fino a Corticella avanzavano le schiere di lega, il Duca di Milano spediva a Bologna Facino Cane con molta cavalleria, il quale per timore che non levassero l'acqua alla Città, corse a Casalec-chio , e vi fece fabbricare e presidiare conveniente Bastia. E sant' Agata, e Castel san Pietro prese, saccheggiò , e lasciò guardate da' suoi militi. — Intanto il Cardinal Cossa , avvicinandosi a Bologna, mandò Nanne e Bonifazio Gozzadini a Massumati-co, i quali lo presero a nome del Pontefice : e quindi altra parte degli ecclesiastici venne fino alle porte della Città con molte scorrerie , intendendo a levare il popolo a tumulto. Della qual cosa temendo il Malaspini, chiamò a Bologna Facino Cane, che stava ancora a Castel san Pietro, il quale prima del giorno , con moltissima milizia giunse a Bologna : per cui reputando il popolo che tante genti armate voléssero dare il sacco alla Città, si pose in istato di subita difesa. Nanne frattanto per parte sua andava guadagnando molte terre alla Chiesa. .
Ànnal Boi. T. IV. 7
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