BOLOGNESI '202
   della Mirandola eoo Sigismondo Malatesti ¦ parafano in Puglia ad aiuto di Jaoopo Piccinino generale degli Angioini, con più di mille, efvhlli e buon numero di fanterie, lasciò le terre di Abruzzo acquistate da lui, e fli coli'esercito al fiume Tronto ad incontrare i nemici, e ribattuti li fece ritornar indietro. Cosi restituita la cadente fortuna del Re; questi Io tenne fra' suoi più' fedeli, e lo ammise nel Gran Consiglio di Stato e di Guerra^ e lo destinò Amministratore e Luogotenente Generale di D. Federigo suo figliuolo, e lo feoe signore di Tor* rebuona e di Castel san Giovanni in Abruzzo, e di Castel Guidone, e di Scontrone e di Montene* ro, è lo investì delle terre di Taranta e di Quadri con titolo di Contea e di Baronia per sè e pe'suof posteri.
   Ma ritorniamo alle-cose interne di Bologna. Fu in quest'anno che gli uomini di Cento e della Pieve ritornarono all'ubbidienza nostra per le per* suasioni del Vescovo di Bologna, che li sottomise a due governatori mandati dal Senato, i quali furono , per Cento un tal Ghisilardi e per la Pieve Mussotto de' Caccianemici.
   Molti passaggi d'uomini insignì, per Bologna, avvennero quest'anno. Fu primo a passare il Cardinal di Costanza ( &4 Febbraio) che recavasi a Roma; poscia l'altro Porporato Giovanni Attrebi-tense Monaco Benedettino, che si recava', come l'altro, a pigliar dal Papa il cappello della sua nuova dignità, e nello* stesso tempo portavano a Pio 11. 1' atto di sudditanza del Re Franoesv alla Sahta Sède*, a oui la Gallia si era sottratta già da cinque lustri. Indi passò per Bologna il Cardinale di Mantòva (io Marzo);-sicchò con lui vi avevano in Roma ad un tempo venti preclari Porporati. In seguito (i Aprile) giunse in Bologna un principe de'Paleologi, fratello dell'Imperatore di Costantinopoli allora morto; ed egli pure passava a Roma per impetrar soccorso dal Pontefice contro Maometto, che spogliato 1' aveva de' suoi Stati.