BOLOGNESI
'487
di condurre una crociata contro U gfenti infedeli ch'ebber rovesciato il trono di Costantino e conquistato l'Impero d'Oriente.
£ nello stesso mese di Settembre il Senato abolì certe monete chiamate Bislacchi, cop permissione di poterle spendere soltanto , per . poco tempo determinato, a baiocchi quarantadue l'unaj «• le altre monete forestiere d'argento furon pure bandite ,. dovendosi spendere solamente le monete di Bologna ed i Picchiarti milanesi. Ciò che dimostra come frai due popoli fosse piena, concordia. £ la vollero ancora i nostri coi Genovesii imperciocché essendo state fra loro alcune, discordie per cagione di rappresaglie reciproche* e con danno de' mercanti e viandanti dall'uno all'altro palese, Giorgio Pasellj Bolognese» allora Podestà di Genova, s'interpose per richiamare piena pace fra .l'uno' e l'altro popolo : e riuscì nell' intento, e compose in
Siena amicizia le due Città, ed ottenne che per ieci anni a venire cessassero le rappresaglie per entrambe le parti » come apparisce dagl'istrumenti autentici che allora si fecero.— E perchè in questo tempo medesimo passavano per Bologna alcuni gentiluomini veneziani) che in qualità d' ambasciatori si recavano al Pontefice per'rallegrarsi con esso lui dell' innalzamento al trono spirituale di tutta cristianità; così vennero accolti, e festeggiati con molta onorificenza: dopo di che proseguirono il loro viaggio, e si recarono ai piedi.;di Paolo II.
In questi tempi era fattp abitudine in Bologna l'orrendo peccato della bestemmia, e così sfrenatamente, che più non avevasi riguardo veruno né a luoghi, uè a persone, nè allo, scandalo gravissimo. Il perchè il Senato, che volle porvi alcun freno, fece murare appiè della facciata del veo-chio Palazzo del Podestà alcuni ferri cpn collane» dove attaccare i bestemmiatori per mano del carnefice , affinchè fossero svergognati in faccia di tutto il popolo, e lasciassero il maledetto vizio. E così fu fatto; ed alcuni porsero esempio agli altri;