BOLOGNESI '493
acuto che nulla più : finalmente il-Dearfmbre si presentò nel principio tiepido e gradito, e fa poi nel fine sì {gelato, che le genti- infermavano1 di acute punture di coste, ed in gran numero mori-vano, con timore e cordoglio dell' intera popolazione.
INNO DI CRISTO 1466*
- La pace fra'Bolognesi ed il Pontefice* r ialzamento di Giovanni II. alla supremazia in patria, sono cose di quest' anno.^-11 Legato e gli ambasciatori nostri conohiusetxxrcon Paolo IL il' modo del governo di- Bologna , senz'alcuna: novità , segnando i soliti capitoli.u ondò Giovanni Ouidotti, lasciando in Roma Paolo/Volta , venne a-Bologna, ed entrato in Senàto diede avviso ai concittadini di : quanto era seguito col Papaj I Senatóri, cui parve troppo rapido il mutamento di Paolo il., temettero non fosse dubbia la benevolenza di lui verso la Città: e tanto ne temettero, ohe studiaron tosto l'amicizia e la protezione del Duca Sforza di Milano* pregandolo di soccorso in oaso che Roma si opponesse allo stato loro. E il Duca accozzò molte genti-, e le mandò nel Bolognese sotto la ocfndotta. di Tristano suo figliuolo.
Un tal passo:del Senato mite in sospetto il Pontefice, che, pare volesse il domioio- della nostra Città. Ma poiché vide che il Consiglio aveva assoldate le genti de*Milanesi, pensò di lasciar le cose com'erano, nè volle cozzare contro d?un po-
{>olo, che tendeva a reggersi da sè sotto T aposto-ica protezione. E perchè anzi vedeva come Giovanni. II. Bentivoglio si venisse aggrandendo l'un dì più che l'altro, lasciò che il Senato lo riconoscesse , quasi direi per suo capo ; antiveggendo come col volger lungo degli anni, quella stessa