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gente ohe Io imbava a signore » lo deporrebbe di soglio, e nel fango il pitterebbe, è sua fami-' glia dannerebbe con lui all'esigito; onde la corto di Roma n'avrebbe allóra vendétta integra. Così Paolo II. i preparò colla politica ai secondo Giulio' quel trionfo che tardò quarantanni, ma che pur finalmente venne condotto ad effetto. — Al qual .fine capitolò coi Bolognesi che il magistrato dei Riformatori, o a meglio, dir del Senato , anziché di sedici membri si componesse di ventuno, dieci dei quali a vicenda sieder dovessero mezz' anno , e Giovanni Bentivoglio sempre ; il quale avendo due voti nelle pubbliche deliberazioni, fu costituito nella verde età di ventitré anni capo perpetuo dèi reggimento. Cosà pensava il Pontefice che in; una Città savente divisa dal parteggiare , il potere ridotto in no solo mài sarebbe sofferto , se non ferie tornerebbe insopportabile, onde gli stessi concittadini suoi alla perfine toglierebbero al Benti voglio il primato. Però la politica di Gio*1 vanni allontanò da sé quanto mai ti potesse una tale sciagura : e solamente in peggiori tempi, per colpa più d'altri che sua, diede un crollo sensa rimedio la grandezza di lui. .
Della quale convenzione colla Santa
Ed ecco infausta notizia pei Bolognesi. Francesco Sforza, amico « fautore dei medesimi, morì d? irti** provviso in Milano ( 8 Marzo) in età di sessanta^1 cinque anni, e,-dopo una signoria meglio1 che di tre lustri. Bianea^ iedova di lui, mantenne la quiete nel popolo con molta prudenza, ed ottenne la successione di Galeazzo figliuol primogenito, alla paterna dominazione, riconosciuto per legittimo Duoa dal popolo dì Milano « dai potenti d'Italia.