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pertanto di tata guisa, che tutti i membri fossero sue creatore, e neppur uno fra quelle di Luca Pitti: esigliati tutti i cittadini de*quali s'era chiari tb lo zelo per la repubblica vera popolare, parecchi anche sottomessi a multe enormi: cinque commissari^ col titolo di accoppiatori « incaricati di aprire ogni due mesi le borse della signorìa, e di trarne il Gonfaloniere e gli otto Priori. I quali tntti sentivansi in cosiffatta dipendenza dal Medici, che spesse volte recavasi il Gonfaloniere al palazzo di Pietro a riceverne gli ordini, poi gli emanava come risultamento della comune deliberazione. Intanto il Pitti, impoveritosi colla fabbrica' del gran palazzo, da «ni non ha tratto altra gloria che di lasciargli il suo nome, era stato riconosciuto di capacità troppo inferiore all'ambizione; il perohd detestato dagli amici del Medici come da quelli della Repubblica, spogliato d'ogni potere, passava i giorni nel suo palazzo, e in quella Città, a far serva la quale cotanta parte aveva avuta.
L'Italia allora era piena di esuli Fiorentini: ogni mutamento, anzi meglio ogni convbcazione de' Priori, menava seoo il bando di molti cittadini j e dei più. cospicui. Tutti stupivano del bando di così illustri personaggi ; i cittadini, che scampati erano alla proscrizione, fremevano vedendo la tirannide stabilirsi nella loro Città; ma la plebe non assecondava le mosse di Bartolommeo Coleo-ui, che cogli emigrati di Firenze, pensava ad atterrare il Medicine restituire la Città nell'antica sua tsondizionei Giovanni Befctivoglio seppe di siffatta congiura a danno del Medici ; ed è ben certo ehe colui che aspirava alla signoria di Bologna , avrebbe avvisato Pietro, perchè si Sostenesse in quella di Firenze; acquistando per cotal guisa un novello amico e sostegno a sè medesimo, quando 4'uopo b'avesse;~Ed ecco in Firenze raddoppiamento di; guardie a difesa del Medici, ecco proscrizioni v persecuzioni, molestie d' ogni modo. Il solo >PittS ^godente del suo palazzo e de'suoi orti,
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