BOLOGNESI i5
(i36i) venissero mai combattute in quel di Bologna. £ maggiore , e più sanguinosa sarebbe stata se il Duca di Milano non si fosse allora trovato a Firenze ma al campo.
Il Coleone intanto si fortificò alla Molinella col-T avanzo delle sue genti, ed il Conte di Urbino feoe lo stesso al Ponte Poledrano ; ma stando assai male il primo per la trista qualità dell' acqua da bere , scrisse al Senato Veneto questa sua miseria ; il quale fece fabbricare un ponte di legno sopra il Po, e per esso mandò al capitano Coleone quelle provvigioni d'ogni modo, che più gli fossero necessarie.— E in questo tempo conoscendo i Veneziani le forze poderose della lega, cercavano ogni via per diminuirle ; e tanto fecero che il Duca di Savoia mosse guerra al Marchese di Monferrato, il quale, perchè gran nemico del Duca Sforza, gli chiese soccorso, e n'ebbe due mila cavalli. Ma non seguì cosa di rilievo, perchè il Re di Francia li pacificò. Servi per altro ai Veneziani codesta piccola occasione per trarne qualche frutto , perchè in questo mezzo tempo ebbero agio d'ammassar gente, da spedire contro la lega. Ma avuto avviso eh' era seguita la pace, sospesero la marcia.
E volendo in questo volger di tempo sapere il Senato di Bologna se il Duca Borso di Ferrara era confederato con Bartolommeo Coleone, spedirono al detto Borso gli ambasciatori Paolo Volta e Virgilio Malvezzi, che furono assicurati dal Duca esser egli buon amico de' Bolognesi, e neutrale poi verso i Veneti, il cui sdegno cimentar non voleva. E con queste assicurazioni gli licenziò.
Ed ecco il Coleone ammalato nel clima della Molinella; eccolo recato in Argenta, mentre l'esercito con altri oomandanti passava a Mordano, perchè Bartolommeo aveva allora bisogno di assoluto riposo. Ciò inteso dal Conte d'Urbino (19 Agosto) condusse il suo esercito all' Idice, ove giunse il Duca di Calabria con sedici drappelli bene in ordine* Ed accresciuto così l'esercito della Lega, passò