BOLOGNESI
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ANNO DI CRISTO 1469.
Essendo pace in Italia, nonché in Europa, la Città nostra non fu soggetta a verun clamoroso avvenimento; onde coloro in cui solo è curiosità di vicende e cui tante ne esponemmo ne* passati anni ,' converrà che soffrano in pace, se in questo non possiamo dare molta giunta alla derrata. Solo diremo che à que' giorni era disceso in Italia Federigo III. Imperatore, il quale givasene a Roma a sciogliere un' voto, e che aveva fatto avvertito il Senato Felsineo della probabilità di suo passaggio per Bologna : onde questo si dispose a riceverlo còn pompa imperatòria. E tanto più che Paolo II, desideroso di renderselo accetto, aveva spedite lettere a Monsignor Giambattista , affinchè Cesare fosse accolto onorevolmente in Bologna, a carico del pontifìcio erario. Ma Federigo tenne di poi altra via, per cui non ebbe luogo ricevimento veruno. Però Giovanni Bentivoglio, che tuttodì cresceva di riputazione presso dei grandi, e che voleva crescerne ancora verso del Germanico Sire, sapendo che Federigo nel ritornare da Roma (27 Gennaio) erasi in Ferrara trattenuto, dove da principi, da ambasciatoti, e da gentiluomini fu. visitato; mandò à lui Benedetto Morandi notaio, a presentargli un cavallo baio del valore di centocinquanta ducati d' oro, e bardato con sontuosi arredamenti e con gualdrappa ricamata in oro. E Federigo per segno di gratitudine concedette a Giovanni che potesse portare sul cimiero e nella 'sua insegna 1'Aquila d ógni colore, fuorché la nera, perchè non usava concedere dell' Aquila negra più che la metà ; come a Francesco già di Melchiorre Vizani concedette in quest'anno medesimo, quando con ampio privilegio lo fece Cavaliere e Conte : perciocché all' antica insegna de' Vizani, la quale era Annah Boi T. V. 3