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ANNALI
a tògliere quel soverchio di polvere o di fango , che si possa evitare col selciato, e render pià facile il camminar per.le vie, e il tirarvi carri è vetture.
Era usanza.di .quell'età che i popoli , o a meglio dire le reggenze de' popoli, a mostrar concordia e benevolenza reciproca, si facessero doni nel tempo carnevalesco. In quest' anno adunque il Duca Galeazzo di Milano (47 Febbraio) mandò in dono al Senato Felsineo un bue pinguissiino e gigantesco , di pelo biondo, tutto bardato di panno fino morello e bianco, con frange di.seta intorno alla bardatura, e coli'arma degli Sforza e la corona ducale ricamatevi sopra. Il qual presente fu tanto accetto al Senato nostro che fece regalo di cento ducati, d'oro al condottiero del quadrupede; e quindi, per ricambiare allo Sforza un segno di amicizia , mandarongli una cassa di salami ed alcuni.,barattoli e bacini d'olive acconce d'olio e confettate.— La quale cosa avveniva in principio di Ma^zo, mentre ripèteva la caduta delle nevi gelate, sicchè di nuovo si mortificavano le piante e le biade,, minacciando carestia.
Correva l'Aprile quando il Senato fonder fece un pezzo di cannone nuovo, che riuscì perfettissimo « ben calibrato più di quelli che si erano fusi per lo addietro. E si vide che portava la palla con gran veemenza a distanza straordinaria in quei giorni. E mentre il Senato faceva un tale esperimento, venne la notizia che il terremoto aveva atterrato un tratto di mura nel Castello di Casio sulla montagna (i5 Aprile); e la reggenza felsinea lo fece subito riedificare. ,<,'.. . , ;
Dopo di che non fu in Bologna novità veruna fin oltre la metà, dell'anno (8 Luglio), nel qual tempo Alessandro Sforza da Cotignola essendo al termine del suo contratto di capitanato colla.Chiesa , passò per Bologna e fu con grande onore accolto, alloggiando nel palazzo di Giovanni Bentivoglio suo generose di Ginevra sua figliuola, la quale mgtteva-gli innanzi il pargoletto Annibale II. vispo e grazioso,