BOLOGNESI
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ma la Bastia prefata rimettali eziandio nelle mani nostre, perchè ne pare che la cosa non possa altrimenti addursi a bene. E siate persuasi che nulla facciamo di alieno dall' onestà e dal bene della patria vostra, che amiamo di speziale carità ; e che non puossi affidar meglio la bastia di quello che nelle mani di chi non ha interesse diretto nella cosa, talché sospetto non può cadere sull' operar suo, perchè padre universale e protettor della pace. Della qnal cosa vi parlerà il -Vescovo di PoliCastro oratore di Ferdinando Re di Sicilia, fratel nostro, carissimo in Cristo ; il qual Vescovo, per lunga familiarità con Noi ci è carissimo, e conosciuto di gran dottrina e di molta probità adorno. Ed esortiamovi a tal fine che il vogliate accogliere ed udire. Ciò che a Noi sarà gratissimo. — Roma XV. Settembre MCCCCLXXII1. nell'anno terzo del nostro Pontificato. „
n j--- —? a... • ,Q 8teggo papa scriveva
Ai diletti figli, gli Anziani ed i Sedici della Città nostra di Bologna.
„ 0 diletti figliuoli, salute ed apostolica benedir rione. Lagnasi a Noi pel suo oratore il nostro carissimo figliuolo in Cristo Ferdinando Re di Sicilia di grave ingiuria a lui fatta, peròhè voi non solamente demolir non voleste la Bastia , ma la erigeste di pietra , e costruite delle navi ad esercitare il porto, e ad impedire gli emolumenti ohe il diletto figlio, il Nobile Uomo Ercole Duca di Ferrara per propria condizione era solito ricevere ; il perchè non potendo il Siciliano Re tollerar più oltre 1' ostilità usata al suo genero, decreta ora di stringer lega
diamo interpretata dal
SISTO PAPA IV.
Annal. Boi. T. V.
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