BOLOGNESI
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fecero per tre giorni continui rogazioni straordinarie , frutte delle quali fu il cessar della pioggia e delle tempeste, e la serenità dell'aere, e sufficiente quantità nei raccolti de*cereali.
Ma tempo è ornai di ritornare alla questione della Bastia di sant'Ambrogio, e di vederla finire. Eccoci all'Ottobre, al tempo preciso in cui ne venne fatta consegna ad un commissario del Papa. Il Duca Sforza , il Re Ferdinando di Napoli, gli amici di Bologna e del Bentivoglio volevano assolutamente cbe cessassero le quistioni fra il Signore Estense e il Reggimento Felsineo ; volevano che due governi e due città civili dessero esempio all' intera Penisola di concordia e di fratellanza; volevano che il nerbo d'Italia si addoppiasse anziché dimezzarsi. E tanto fecero, tanto scrissero e persuasero codesti magnifici mediatori che alla fin fine regnando Sisto IV. Pontefice, stando in sufficiente pace cristianità, fu stretta convenzione di concordia anche fra Bologna e Ferrara, e venne scritto il seguente Atto in Castel Franco presso la contrastata Bastia, dettandolo Ser Bonaventura di Benedetto de' Paleotti, notaro felsineo (14 Ottobre).
„ È insorta discrepanza da molti anni fra la Magnifica Comunità di Bologna per l'una parte, e la Magnifica Comunità di Modena per l'altra, ossia fra il Reggimento Felsineo e il Duca di Ferrara, per certo tratto di riva e di palizzata sulla destra del Panaro verso Castel Franco; il qual tratto del Panaro, e la ripa , e il guado o passo detto volgarmente di sant' Ambrogio hanno occupato i Bolognesi perché ritengono spettar loro, e vi eressero una Bastita per tutelare la detta proprietà. Circa le quali cose avendo prima disputato, ora volendo pace, come si. debbe frai vicini, vengono ad accordo. E tanto più volentieri per piegare alle esortazioni del Serenissimo Re Ferdinando, dell' Eccellentissimo Duca di Milano, del Padre Reverendo in Cristo Gabriele de' Guidani Vescovo di.< Policastro, e del Cavaliere e Giureconsulto Magnifico Girolamo