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sposa coh ogni dimostrazione di gentilezza, e la condussero a' suoi appartamenti ; di che la giovinetta andò lietissima e soprammodo grata alle novelle amiche. Poi, per tre giorni continui si tenne corte bandita nel palazzo di Guido, con gran concorso e indicibile festa del popolo plaudente e baccante, e con lietezza degli amici del Conte, i quali vennero a gara con dóni lautissimi a fare più ricche le sue mense. E le Compagnie delle Arti, ed i castelli e le ville concorsero pure ad arricchire la magnificenza della festa con doni d' Ogni maniera , mostrando tutti grande affetto al Conte Guido come appena vent' anni addietro 1* avevano dimostrato a Santi Bentivoglio primario cittadiuo allor di Bologna. Questa festa nuziale del Pepoli riuscì poi tanto più bella e memorabile in quanto che fra sì gran lusso e squisitezza d'ogni cibo e d'ogni bevanda, tutto riuscì così quieto ohe fu cosa ma-ravigliosissima.
Il giorno appresso a siffatte nozze Giovanni Bentivoglio, in compagnia di molti cavalieri e di mol«> tissime dame, andò a Pesaro (18 Febbraio) per assistere allo sposalizio di Costanzo, uno di sua stretta parentela, che menò in moglie Cammilla nipote del He di Napoli. E dopo che il magnifico Giovauni si fu colà trattenuto fino a che cessò la gran festa , fece ritorno a Bologna colla bella e numerosa compagnia sua, e venne al solito incontrato dal popolo, che ornai non aveva altra cura che di assidersi alle mense nuziali de'maggiori cittadini, e di battere palma a palma , e levar grida da assordarne, per fare applauso a coloro che forse di tanto strepito si ridevano, perchè nel frattanto che ricevevan gli omaggi delle minori classi, giovavansi di loro per farsi ognora più grandi, e tenere in soggezione ricchi e patrizi, e costituirsi iu siffatta signoria ch'era un principato, e in che l'aura stessa popolare li manteneva; nè vi sarebbe che un principe, un maggior potente di loro che da quell' alto posto valesse a trarli in basso stato, e far loro ad un tratto