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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   ANNALI
   di starsi in grazia di potanti, perchè essendo gitrnta a Bologna Caterina Sforza, figlia del morto Duca di Milano (3 Aprile), e venendo essa accompagnata sposa al Conte Girolamo Riario nipote del Papa (cui questi diede la signoria d'Imola), fu dal Ben* tivoglio con grande onore accolta ed ospitata in sua casa, col seguito che seco aveva di Vescovi, Pro-tonotari, Cavalieri e Gentiluomini: i quali tutti si trattennero signorilmente per alcuni giorni in casa del Bentivoglio» dopo de'quali si partirono in gran comitiva.
   In quest' anno Galeazzo e Guido Pepoli, avendo contratto un debito per fabbricar la Canonica della Chiesa Cattedrale di Bologna, ed avendone pagate quattro delle cinque parti, supplicarono al Pontefice per venir esonerati dal pagamento della quinta; e dal Pontefice ottennero 1' assoluzione che desideravano , scrivendo il Papa una lettera ai tre Canonici che soprastavano all'erezione di detta fabbrica, acciocché da altra parte che dai Pepoli cercassero il danaro per compiere il pagamento che a questi spettava.
   Abbiamo già detto che Bona reggente di Milano aveva confermato al Bentivoglio lo stipendio di condottiero , com' esso aveva sotto il governo di Galeazzo Maria. Ora aggi ugneremo che tale stipendio non venivagli dato per menare in ozio la vita: chè presentandosi l'occasione doveva egli prestarsi col senno e col braccio. E questo avvenne nell' anno di che parliamo : imperciocché Galeotto Manfredi da Faenza avendo smania di ricuperare la signoria della patria, che Carlo fratel suo gli aveva usurpata, fece ricorso alla vedova Sforza per aiuto di milizia ; e la vedova commise il negozio e le gesta a Giovanni Bentivoglio, il quale, allestite alquante milizie, ed una bombarda assai grossa apparecchiata, e provvedute copiose vettovaglie , mosse repentino sopra Faenza, ne assediò la rócca, la battè, costrinse Carlo alla, resa, e riposto Galeotto nell'avito dominio fu ecorta al Manfredi sino a Lugo, quindi al patrio