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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   6* i ANNALI
   e ai cento e cento che vivono dell' arte muraria ? t Gonzaga di Mantova, i Farnesi di Parma, i Malatestì di Ri mi ni, gli Scaligeri di Verona, i Pio di Carpi, ì Manfredi di Faenza, i Landi di Piacenza, gli Arago-nesi di Napoli.—Onde traevano alimento, il fabbro* F intagliatore, il legnaiuolo, lo stipettàio, l'indoratore, l'in verniciatore, il tappezziere^ il tessitore, e cento cent'1 altri artigiani ed operai d' ógni gnisa? Dai ricchi, dalle famiglie principeéché', dai cittadini più doviziosi, potenti e magnifici. E le scienze, e lo lettere, «Memigliori dottrine eran protetto alle corti de* Signorotti*
   ' Ecco la ragione manifesta della grandezza e fortuna loro: l'amor del popolo minuto e degli uomini d'ingegno iranqurllòe riposato. Costoro tutti non serbava* più ricordanza de'tempi andati ^ che quella impressa nelle immaginazioni da poche rovine » che i padri additavano ai figliuoli come monumenti d'àn* liche battaglie, d'antiche violenze. Gli abitanti dellé campagne, che frai torbidi e le guerre delle caduto repubbliche non avevano fruito di politici diritti, non apprezzavano i dominatori ohe in ragione della lor tendenza per la pace. E pace amavano i eittadi-* ni, che stracchi erano degli odii antichi di parte, o che invece correvano con alacrità ai torneamenti, allo corse, a^li spettacoli di gioia e di, tripudio ffabblico^ I quali cittadini godevano il patrocinio de'Grandi y cui dimostravano gratitudine ed ossequio, abbellen-done dal' capto loro i palazzi, difendendone le persone , seguendone le cavalcate, ¦ applaudendone ai trionfi, festeggiandone le nozze, augurando loro lun-ga vita,, maggiori fortune, perenni prosperità^ < > Così mantenevano nel primate i 'Sàgnori italiani per reciprocanza di affettò tra loto ed il'popolo; «iè lor potevasi far contrasto se non da quegli ambiziosi che studiavan modo a grandezza, e obeoisogno non aveano della protezione d'altrui. Ma purtroppo non mancano mai i perturbatoli) della pubblica pace * gl'invidiosi del bene del prossimo;i quali nella prò* pria superbia non sostengono di obbedire ad uno,