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ANNALI
la signoria alla morte di Bolso; Nicolò corse a Ferrara e la gridò sua per diritto ; al popolo non' caleva più 1' uno che l'altro : purché vegetasse ed avesse cibo gli era indifferente qualunque giogo. Chi fu primo ebbe il soglio: l'altro salì il patibolo, e vi lasciò il nome e la vita. — E Geronimo Gentile ordiva in Genova una congiura contra il Duca di Milano, che vi teneva signoria : il popolo noi secondò ; ed egli soggiacque.
L' Olgiati, il Lampugnani e Carlo Visconti tesero nuovo tradimento a Galeazzo Maria; lo spensero in Chiesa con nefando sacrilegio : ma nessuno fu con loro : il Lampugnani è morto da uno scudiero di Galeazzo ; poco lungi da lui il Visconti è trafitto dalle guardie : l'Olgiati chiama il popolo a stato libero ; nessuno risponde alle sue chiamate. È in mano de' carnefici ; torturato, attanagliato declama con entusiasmo; è fatto a pezzi, e spira martire in età di ventidue anni.-—Intanto però duran gli Sfoza a regnare.
Cotanti esempi non bastano. —Neil'anno di che stiamo ragionando ecco in Firenze la troppo famosa congiura de' Pazzi contra i Medici. Eran congiunti di parentela e s'odiavano. Un nipote del vecchio Andrea de' Pazzi ebbe sposata la sorella di Lorenzo e di Giuliano, i quali s'eran fatti arbitri di quel* 1' autorità, che pienamente non conseguì il padre loro. La progenie de' Pazzi annoverava non pochi uomini atti a sedere fra la signoria ; ma i due Medici ambiziosi gii esclusero tutti. Ecco motivi di rabbia; e non i soli degli uni contro gli altri congiunti. Giovannni, Francesco e Iacopo de'Pazzi erano in lega contro Giuliano e Lorenzo : non basta» S'aggiunge loro Francesco Salviati, cui il Papa ebbo data gran dignità, e che i Medici gì' impedirono* Dunque si spengano gli orgogliosi potentissimi. Ma per ciò fare convien che trovinsi uniti. Si danno pubbliche feste : Giuliano mai non vi conviene. Aspettisi dunque un dì festivo; si uccidano in luògo sacro, mentre s'inalza la sant'ostia. Muoiano in