grandezze.*»Ritornato poi a Bologna (a6Gennaio), chiamati a Concistoro i Porporati suoi, e definite alcune cose d'importanza, citò i Bentivoglio a dover soddisfare i creditori proprii, avendo un debito di trentamila ducati in sole lettere di cambio. — Nel qual tempo furono sbanditi per sospetti alcuni amici de' Bentivoglio , frai quali un prete di casa Zelini cui tolsero i benefici, e tre Manfredi, ed un Mezzolari, ed Ulisse Bovi, ed un Zani, ed un Ario-sti, ed un Bianchi, ed uno Scardova, e Vincenzo Magnani, e moltissimi altri cittadini, che tutti furono obbedienti, e stettero ai luoghi dove confinati vennero ; sicché veggendoli subordinati Papa Giulio li richiamò fra breve alla patria con piacere di tutti.
Indi Giulio Papa passò a Bel poggio (7 Febbraio) già delizia di Giovanni Bentivoglio, e di là fu a pranzo tra gli Olivetani a san Michele in Bosco ; da cui (ritornato a Bologna) passò alla Porta di Galliera ad osservare le operazioni murarie pel nuovo Castello.— Ciò veduto s'apparecchiava a partir per Roma, dove 1' aspettavano altri importanti negozi. — Il Senato nostro fu avvertito di sua vicina partenza, e ad un tempo che Papa Giulio lasciar voleva a Legato della città il Cardinal Ferrerio con ogni possibile autorità, eziandio sopra il Senato, e ool potere di conchiudere ciò che meglio talentassegli senza saputo ed acconsenti mento de' quaranta ; il quale avviso turbò 1* animo de' maestrati e diede loro che pensare davvero.—-Alla fine, giunto il 10 di Febbraio, dopo avere il Senato e tutti gli Ufficiali della reggenza ascoltata messa nella Chiesa di santa Cecilia,
{>arroochia loro perché avevano stanza nel già pa-azzo Bentivoglio, si recaron tutti colle solite forme appiè del severo Pontefice , cui baciarono il piede. Poi Lodovico Bolognini, cui era commesso il parlar per tutti, così perorò pe' suoi colleghi innanzi al temuto Pontefice :
„ Santissimo Padre, la cagione che a' piedi vostri ci ha condotti altro non è che l'aver noi inteso come Vostra Beatitudine in breve vuol passare a Roma,