536 ANNALI
A tale foglio rispose Giovanni altre parole di supplicazione ; e n' ebbe fra poco la nuova lettera seguente :
Jl Senato ed il popolo di Bologna a Giovanni Bentivoglio, salute.
„ Più tue lettere si son lette nel li nostri magistrati , le quali essendo molto aliene dalla tua natura, ne hanno ridotto a memoria quelle tue empie lagrime che solevi spargere quando ti era annunciata la morte di alcun nostro cittadino da te scelleratissimamente ordinata e da' tuoi ministri crudelissimamente eseguita: dal quale pessimo e nefando istituto di vivere non sapendoti rimuovere, hai ardimento non manco sfacciato che mendace, come sempre festi, di scrivere: se mai V opere mie per la libertà e pel ben vostro meritarono cosa alcuna, di che sono stato ardentissimo, vogliate abbracciare e torre la protezione delle cose mie. Oh inaudita temerità e sfrenata audacia ! Tu eversore della nostra libertà , tu profanatore delle cose sacre, tu esterminatore della pudicizia, hai tanto ardire in pubbliche lettere far commemorazione delle opere tue, siccome di cose molto pie e molto commendabili? Le quali sono state continuamente innumeri omicidi, infiniti furti e sacrilegi, incendi, impedimenti di matrimoni, dinegazion di giustizia, vendizioni di magistrati tanto secolari che ecclesiastici, preparazioni di veleni ai principali cittadini, fattura d'istru-menti e di monete false, estinzione di nobili famiglie , induzione di nuove imposte e nuovi danni, estorsione di danari per nefandi modi, invasione di eredità aliene, spogliamento di pupilli e misere vedove, assassinamento dei cittadini, estorsion del sangue de' poveri, estirpazione di ogni virtù e de' buoni costumi, ed ultimamente disprezzo e vilipendio della Maestà Divina, la quale- non potendo più dinegare la giustissima vendetta ad un gran numero da te non