BOLOGNE SI
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favorevole, e che Alessandro lor figlinolo, trovandosi in Genova, potrebbe accertarsi della cosa. Cosà Ginevra tentava il consorte, e cercava allettarlo all' impresa , mostrandone facile il successo.
O fosse desiderio di assecondare la moglie, o fosse effetto della speranza (ultima amica che abbandona i proscritti), Giovanni inviò lettere al figliuolo affinchè 1' animo del monarca francese volesse espiare. O noiato, o schernitore, rispose Re Lodovico al giovine Bentivoglio: e che vi tien fuori di Bologna?-* Alessandro al padre, questi ripetè alla moglie le ambigue parole del monarca, esortandola però a non far movimenti, ad aspettare miglior tempo pel tentativo. L'impetuosa donna non si attenne al mite consiglio, e incautamente altro ne scelse. Ad Annibale, ad Ermete, ad Anton Galeazzo si volse, e di leggeri li persuase che al loro avvicinarsi a Bologna introdotti vi sarebbero. I giovani guerrieri non istet-tero a ventilare la cosa ; ma inconsideratamente si accinsero a tentarla. Ebbero dalla madre sedicimila ducati per assoldare milizie ; e nel reggiano, nel mantovano, nel parmense, raccolsero ed accozzarono amici e mercenari. A Sassuolo, a Spilamberto, radunarono in mostra le soldatesche, che numeravano a cinque mila fanti, e mille e cinquecento caval-leggeri. Così rapportano il Negri ed il Seccadenari: il Vizzani enumera un esercito che non raggiunge la metà dell'accennato: il Ghirardacci per lo contrario ingrossa i drappelli Bentivoleschi con dieci mila combattenti. Sterminata moltitudine per quei giorni , cbe non potevasi adunare senza aiuto di Principi, e che d'altra parte sarebbe stata assai pusillanime se mai non giunse che a prendere poche castella , le quali tosto abbandonò. Bazzano , Cre-spellano, Monteveglio furono i principali luoghi da esso loro occupati (tea Maggio). Di là non si mossero , sperando che i lor partigiani suscitassero tumulto in città.
E lievi tumulti si levavano tratto tratto, ma senza ' niun successo di rilevanza. I quaranta del Senato e