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Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796
Tomo Quinto
Salvatore Muzzi
Tipi di S. Tommaso d'Aquino, 1844, pagine 607

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a cura di Federico Adamoli

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   BOLOGNESI
   549
   te è avvenuto, inconsiderata Ginevra, che disprezzando i saggi ammonimenti, e seguendo l'impulso delle passioni, sei traboccata in un abisso di sventure, ed altri teco insieme vi hai tratti. Per te ho sofferto acerba prigionia, ed ora traggo non libera vita Infra i cordogli ; per te Alessandro in Genova distenuto, sta in forse de'suoi giorni; per te gli altri miei figli vanno raminghi , proscritti , inonorati; per te finalmente quasi del tutto è a terra il nostro palagio di Bologna , giacché tanti mali furono frutto de'tuoi smodati appetiti, delle tue insane deliberazioni. Datti pace se il puoi. „ Ginevra ebbe questo foglio in Busseto, e da tale angoscia nel leggerlo fu colpita che ne rimase uccisa (16 Maggio). Separata com'era dalla comunion de'cattolici , non potè avere sepolcro in luogo sacro, nè vi fu chi curasse d'affidare la ricordanza di lei ad un marmo. Forse pietoso era il non farlo; chè la memoria di lei non poteva essere che abborrita. Ma non sono soltanto le iscrizioni de' sarcofagi che ai venturi narrano di quei che furono, nè sono di sovente le più. veraci ; evvi la storia che collo stile di ferro imprime a caratteri indelebili ne' suoi volumi le azioni de' viventi ; e l'iniquo invano si fa schermo di fastoso mausoleo, di mendaci elogi, che la storia smentisce; essa è che all'immortalità consegna i nomi dei giusti e dei grandi, benché non s'innalzi sovra le loro ceneri cospicua la tomba. Nelle immutabili sue pagine la nemica dell'oblìo vergò a note di sangue il nome di Ginevra Bentivoglio, di lei che nata a dominare sui cuori per la bellezza delle forme, per la svegliatezza della mente, e sovra un generoso popolo per dignità, per la condiscendenza del consone, parea che in quel gran libro dovuto avesse lasciare il proprio nome fregiato dalle parole amore e gloria.
   Ai nemici de'Bentivoglio, cbe ornai tutto riempivano il Senato di Bologna, parea che verso Giovanni fosse stato troppo mite il monarca francese; e sapendolo giunto in Milano gì'inviarono Alberto Castelli,