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ANNALI
egli solo veglerebbe, egli terrebbe in camera nomini d'arme per lor soccorso: venissero, assalissero il palazzo, poca resistenza offrir potrebbero le poche guardie. Annibale intanto fosse alla porta di san Mammolo, facesse impeto, entrasse. Ciò sarebbe il più. Messo piede in città si griderebbe sega segar questa voce troverebbe eco dappertutto: i Bentivoglio ritornerebbero in fortuna: pensassero poi gli avversari i a ricacciameli.
Così 1' Anziano malfido ; e lo Scappi si partì. — Fu di nuovo a Mantova, tutto con Annibale stabilì.—Intanto Ercole Marescotti con Emilio e Bernardino suoi figli passarono a Roma per affari di famiglia, nè si davano pensiero della trama in Bologna. Gli altri Marescotti però n'ebber sentore, e furono al Governatore, e gli esposero i lor sospetti, e dissergli come a casa i Pepoli, gli Ariosti, i Felici ni radunavansi armati ; non poter mancare una congiura, pensasse egli a far sicura Bologna. Mandò genti il Governatore ad esplorare le case de' cittadini cospetti: furono trovate senz'armati e senz'arme. Il Governatore pose in calma gl'inquieti d'animo, e assicurolli che la città non correva rischio veruno. E i Marescotti ritornarono alle loro stanze, e si stettero calmi e riposati.
Giunta la notte di sant'Antonio lo Scappi ritornato da Mantova fu con quaranta uomini ad un tal Checchino capo-squadra all'uffizio delle bullette, e trovollo pronto ali impresa. Mandò allora un messo da avvisare il Bargellini che stesse in ordine co'suoi; ma di nuovo l' Anziano si mostrò malfido , rispondendo facesser pur eglino, aver pensato non doversi impicciar della cosa , non voler correre pericolo: e accommiatò il messo dello Scappi. Questi montò in furie all'udire la risposta dell'Anziano, e fu allora che si accese più che mai nel desiderio di sollecitare e compier 1* impresa della rovina de' Mare-scotti e del trionfo d'Annibale. E tutto pieno di furore passò alla piazza de' Calderini, e mandò ad avvisare Gian Francesco Poeti e Giovanni Felici ni,
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